di Aurelio Mancuso

Con un’immagine ispirata alla Festa della Visitazione tratta da un quadro di Isabella Ducrot, si presenta la nuova straordinaria avventura dell’Osservatore Romano, che ogni ultimo giovedì del mese, pubblicherà l’inserto “Donne, Chiesa, Mondo” curato da Lucetta Scaraffia e Ritanna Armeni. Per la prima volta nella sua lunga storia il quotidiano del Vaticano dedica alle donne un inserto mensile che sarà da seguire con attenzione. Superato l’inevitabile stupore che una donna non credente, femminista, della sinistra critica intellettuale italiana, sia stata chiamata, insieme a Lucetta Scaraffia, a dirigere un tale prodotto editoriale, bisognerà addentrarsi con curiosità, per comprendere senza pregiudizi, qual è il segnale di tale avventura. continua a leggere Ritanna, cui piace sperimentare, scommettere e sparigliare, sa bene che si tratta di entrare, lei così distante dalle strutture ecclesiastiche, consuetudini vaticane, in un ambito dove il ruolo delle donne, è da secoli argomento di conflitto e aspre polemiche. La chiesa cattolica è governata da uomini, i due terzi dei fedeli più attivi e praticanti sono donne, molte di esse, contrariamente a quel che si pensa, ricoprono incarichi importanti nell’ambito dei compiti che possono esercitare i laici. Non è un caso che l’intervista centrale del primo inserto sia dedicata a Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, potentissima e popolare organizzazione cattolica. Insieme a Scaraffia e Armeni, Anna Foa, Giulia Galeotti, tutte le donne dell’Osservatore Romano, costruiranno ogni mese l’inserto in piena autonomia e anche con tracce di levità, aiutate in questo dalla vignette di Cinzia Leone. Indagare la presenza femminile all’interno della cattolicità, far emergere elaborazioni, pensieri, storie è un atto ben preciso, voluto con determinazione dall’attuale direttore Giovanni Maria Vian, che con sapienza sta trasformando la voce del Vaticano in un quotidiano consapevole del compito, allo stesso tempo aperto al mondo (così come già quasi cinquant’anni fa sollecitava il Concilio Vaticano II). E come ricorda con efficacia la madre superiora delle Clarisse di Urbino, in un video confezionato per la presentazione dell’inserto da Liliana Cavani, “Molti preti vengono qui per dare, mentre non sanno che possono ricevere, perché le suore non pregano soltanto, ma pensano”. D’altronde ciò che di più interessante si riesce a leggere in materia di rinnovamento della presenza cattolica nella società moderna, proviene in molta parte dagli ordini religiosi femminili, alcuni visti con sospetto e persino oggetto di reprimende da parte del Vaticano. Tornando all’Osservatore Romano, a riprova che la ricerca sarà puntuale e approfondita, c’è da segnalare un articolo su “L’Abbandono alla Divina Provvidenza” di Jean-Pierre de Caussade, ritenuto una delle guide sulla spiritualità più importanti degli ultimi secoli, che accredita la reale redazione a una teologa. Insomma, se non di rivoluzione, né tantomeno di preciso segnale d’inversione di tendenza rispetto all’enorme disparità tra uomini e donne all’interno della chiesa cattolica, certamente il quotidiano vaticano (con l’evidente via libera della Curia) percorre strade inedite, sinora oggettivamente riservate all’élite. E soprattutto per Lucetta Scaraffia, cui è affidata la responsabilità più grande di saper coniugare Tradizione con un inedito sguardo sull’altra metà del cielo cattolica, sarà delicato gestire,  come sottolinea  Ritanna Armeni “una scommessa, all’interno del quale è probabile che potrò trovarmi in disaccordo su alcune cose”. Inoltre, bisogna esser consapevoli che le donne dentro la chiesa, provano un diffuso sentimento di sofferenza rispetto ai ruoli ai poteri così come sono strutturati. Allo stesso tempo è interessante registrare che i due ultimi papi, pur non concedendo nulla (anzi inasprendo quando hanno potuto la loro avversione sulla libertà delle donne) sul piano teologico e canonico, hanno sollecitato, dalla Mulieris Dignitatem di Giovanni Paolo II in poi, una sorta di riflessione profonda sulla possibilità di costruire una corrente teologicamente compatibile di pseudo femminismo della differenza. Per ora nessun concreto segnale porta a pensare, anche tenendo conto dei tempi delle gerarchie, che vi sia una vera intenzione a cambiamenti sostanziali. La chiesa cattolica è un’entità complessa, un magma di pensieri e comportamenti spesso in contraddizione fra loro, una sorta di Agorà, dove, però troppi assistono (pensano e agiscono autonomamente) e pochi possono prendere la parola e governare. Le donne in relazione fra loro, avventurose per necessità storica, stupiscono, quindi, probabilmente anche in questa singolare nuova avventura editoriale. Ultima annotazione: ogni mese sarà dedicato uno spazio a una Santa, s’inizia con San Giovanna D’Arco.

Share