di Aurelio Mancuso

Silvietto caro ti prego ritorna a divertirti con altri intrattenimenti, ma per favore non candidarti di nuovo alla guida del governo. Silviuccio caro t’imploro in ginocchio goditi i tuoi tantissimi soldi, come più ti piace, ma non darci di nuovo il dolore di veder riemergere i tuoi detrattori che erano finalmente un po’ affaticati e non facevano più tanto notizia. Se proprio Alfano non va bene, cerca qualcun altro, sono certo che un nome nel taschino ce l’hai. Sei cattivo, ecco! Perché è evidente che ti piace far di nuovo eccitare tutti gli antiberlusconiani di professione che stanno di nuovo scaldando penne, ugole, trattati, sit in, vignette, per attaccarti a ogni piè sospinto ammorbandoci del loro moralismo di ogni specie e forma. Sia inteso sei un avversario tosto, furbo, che hai fatto fortuna non si sa bene come, o meglio senza che nessun Tribunale abbia avuto la possibilità di metterti nel sacco, hai messo in pericolo la stessa tenuta del Paese, hai usato le tue funzioni pubbliche per fare quello che più ti piaceva, anche per questo è un incubo che vuoi ritornare a governare. Vuoi, quindi, fare un doppio dispetto a noi poveri illusi che vorremmo battere la destra nel campo delle idee e sull’esercizio concreto del governo.continua a leggere  Ora le orde di professionisti anti te, riemergono dai loro inconsolabili rifugi, dove si erano collocati dopo la tua dipartita politica, si preparano alla riscossa. I crociati riempiranno di nuovo palinsesti televisivi, dove per finta si erano fatti cacciare, riempiranno pagine dei giornali-partito di editoriali di fuoco, e sono già in allestimento palchetti e talk show con tanto di tue gigantografie da prendere a freccette.  Dopo aver occupato tutti i teatri italiani in crisi o a rischio di chiusura, gli antiberlusconiani stanno pensando di prendere d’assalto i circhi, primo fra tutti quello della Orfei, nota tua sostenitrice, raccogliendo inoltre le firme in calce a un referendum che dia la possibilità alla società civile di scoprire se la cofana della Moira nazionale sia vera o un enorme toupet. Nei reparti maternità dell’italico suolo il popolo fucsia (evoluzione di quello viola, perché un colore nuovo non si nega a nessuno e fa molto azione di base) controllerà che tutti i travagli portino alla luce infanti equo e solidali, battezzati per levare loro il peccato originario del libertinaggio. I neonati saranno consegnati ad appositi nidi, che fin dalle prime ore insegneranno la corretta postura con cui dovranno negli anni dar vita ai girotondi. Ti prego Silvio, ora sono serio, non farci vivere tutto questo, perché dopo vent’anni di ieratiche invettive sui tuoi costumi sessuali, i tuoi lifting e ceroni, non è certo che si possa resistere a una nuova ondata antiberlusconiana. Nella speranza che si aggreghi anche Grillo, che è l’unico in fondo che si diverte davvero a far saltare i nervi a tutti,  anche quando è al mare in una figa località turistica che il 90 per cento dei suoi sostenitori mai potrà assaporare se non in tv. E, infine, scusa Berlusca, ma non si fa così, era già tutto pronto: Casini con Bersani e forse Vendola con un Di Pietro più ammansito, poi Alfano con Storace, Santanché, un po’ di liste civiche, la Lega sopra il Rubicone, sinistra varia insieme o come sempre sapientemente divisa. Tu ora arrivi e rompi le uova? Si mormora che Civati e Renzi per dispetto non chiederanno più le primarie al paziente Segretario, ma gli imporranno Alfredo Reichlin come candidato di mediazione, che ha il vantaggio, di essere ben più agée di te e non presenta possibili sorprese nella vita notturna. La Guzzanti è già pronta a lanciare un nuovo programma di satira “Meno male che Silvio c’è – la vendetta”. Lo so che ti hai preparato con cura la tua ennesima discesa in campo, ed è il dispetto più grande che potevi fare a una sinistra incapace di guardare oltre il suo naso, sempre attenta a esaltare i protagonismi di chi pensa di essere superiore moralmente e politicamente agli altri, che si consuma nel narcisismo dell’auto dissoluzione. E, insomma alla fine forse hai ragione tu, l’Italia chiede il tuo faccione, attendiamo ora fiduciosi il nuovo inno e le noiose inutili ironie.

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