Aurelio Mancuso

In un sol giorno l’Europa ci fa sentire sempre più piccoli e inadeguati. Con una sentenza che muta ulteriormente la legge sulle unioni civili riservate ai gay in vigore dal 2001, la Corte Costituzionale tedesca ha deciso sul caso di una coppia nella quale uno dei due partner aveva adottato un bambino, e l’altro voleva poter a sua volta diventarne genitore adottivo. Grazie alla sentenza di ieri, sarà possibile l’adozione successiva, non prevista nell’attuale testo, mancanza ritenuta dai giudici costituzionali tedeschi come una lesione delle pari opportunità. La norma sarà operativa dal giugno 2014. Non meno dirompente la decisione, assunta sempre ieri, dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo (la cui giurisdizione è riconosciuta da 46 paesi del Consiglio d’Europa) per la quale è discriminatorio vietare l’adozione di bambini alle coppie omosessuali se i piccoli sono figli di uno dei due partner della coppia.  Il caso riguarda due donne austriache, che convivono da anni e il figlio che una di loro ha avuto da un uomo con cui non era sposata. Dopo aver concluso un accordo di adozione con il padre nel 2005 al fine di creare un legame legale tra il minore e la compagna della madre, le due donne si sono però viste respingere l’intesa da un tribunale locale.continua a leggere La magistratura europea ha affermato che le autorità austriache hanno violato i diritti dei ricorrenti discriminandoli sulla base dell’orientamento sessuale dei partner, perché in quel Paese l’adozione dei figli dei compagni è possibile per le coppie eterosessuali non sposate. Insomma come si vede la discussione in atto in Italia sulle adozioni gay è vecchia, scentrata, demagogica. Anche in Italia sono migliaia i casi uguali a quelli tedeschi e austriaci, ricordiamoci che circa 100 mila bambini hanno genitori omosessuali, che la gran parte è frutto di precedenti relazioni eterosessuali, e una parte sempre più consistente vive in famiglie gay frutto dell’accesso di tecniche di fecondazione assistita utilizzate all’estero, poiché in Italia con la legge 40 non possono accedervi. La Corte di Cassazione recentemente ha chiarito che essere una madre lesbica e convivere con una donna non arreca alcun danno all’equilibrio psicofisico del bambino, ma siamo molto lontani dall’affrontare situazioni familiari, dove i bambini non hanno tutele pari a quelli che vivono nelle coppie eterosessuali. In questa campagna elettorale, solamente il centro sinistra, e precisamente Bersani, affronta la questione rendendo esplicito che nell’adattamento della legge tedesca all’ordinamento italiano, il tema della tutela del bambino presente in una coppia gay sarà normato. Permane che nel nostro Paese andrebbe messa in discussione la legge che norma in generale le adozioni, perché, inadeguata ai mutamenti sociali, strutturata in modo da scoraggiare le adozioni. Per ogni bambino adottabile sarebbero pronte quasi venti famiglie eterosessuali sposate, eppure troppi minori permangono nelle case famiglie, sia per le ragioni sopra descritte e sia perché la gran parte di loro ha un’età che va dai nove ai sedici anni. Insomma minori che provengono da situazioni dolorose e complicate, che avrebbero un gran bisogno di figure genitoriali certe, che siano single, etero, omosessuali. Proprio a tutela dei diritti dei bambini, così strumentalmente evocati da alcuni politici che pretendono di rappresentare i cattolici, sarebbe urgente una riforma complessiva delle leggi che si occupano di adozioni, matrimonio, divorzio, convivenze.

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