BOLDRINI ELETTA PRESIDENTE CAMERA/SPECIALENIENTE CONTRO LA PERSONA, MOLTO CONTRO IL PIAGNISTEO

di Aurelio Mancuso

Il dolore in politica attraversa i secoli dell’ipocrisia, dei pianti di coccodrillo, delle sceneggiate pubbliche e i cinismi privati. Nell’era moderna del disastrato Stato italiano, la contrizione e la condivisione delle sfighe provate dal popolo diventa un fattore essenziale di distinzione, per comporre un medagliere di atti di dolore che sia adeguato alla narrazione, che deve partire sempre dalla carne viva della società sinistrata. La pietas unita alla volontà della ragione è di esclusiva competenza della sinistra, che a differenza della destra non privilegia mai la violenza e l’individualismo come caratteri fondanti delle sue raffigurazioni allegoriche mediatiche. Il luogo del sangue, virile proposizione di un’etica guerresca dove si incontra la lascivia, fino allo sconfinamento dell’edonismo, del divertimento e della simpatia, è pienamente occupato dalla destra, in concreta sintonia con gli ancestrali sentimenti del popolo italiano. La sinistra invece campeggia con determinazione il luogo della sofferenza (di cui maestra è la chiesa cattolica con cui condivide molte pose pubbliche), della rinuncia e del dolore. Non deve, quindi, stupire se il discorso d’insediamento di Laura Boldrini a presidente della Camera, abbia rammentato un’antica orazione funebre. continua a leggere La personalità è di tale livello e impegno civile, da potersi permettere qualsiasi tipo d’intervento, per questo non si prenda questa riflessione come un attacco personale, quanto a un rilievo culturale aperto al confronto. Laura Boldrini, indipendente eletta in Sel, il partito più catto comunista sull’attuale agorà politica (indipendentemente dal tasso di credenti presenti nelle sue file) può esser stata influenzata dalla necessità di esporre, nel momento della solennità dell’investitura, una netta linea culturale dalla parte degli ultimi, con qualche grave dimenticanza, saldamente ancorata alla tradizione dolorante della sinistra-chiesa. A rivedere le immagini e riascoltare con attenzione le parole, probabilmente inconsapevolmente, in quel discorso, e qualche atto successivo, la Presidente, appare come una Beata laica, che snocciolando il dolore del mondo, traendo ispirazione dalla sua esperienza sul campo, fa emergere tutte le sfortune, intrappolate da un sistema democratico ingiusto e corrotto, nei gironi infernali dell’emarginazione. Seppur tratteggiato da alcuni richiami alla speranza e al dovere istituzionale di correggere e affrontare con responsabilità le sofferenze che affliggono le donne, i migranti, i disabili, i detenuti, protagonisti della Via Crucis della società dell’esclusione, nella visione boldriniana, tutto è fosco e immane. Molto prima di lei, nei decenni scorsi, e ancora oggi, queste teorie son state sostenute da tutte le varie sinistre, e guarda caso molte donne si sono distinte per esserne state le protagoniste più rispettate e adorate. Lo stigma di Madonne del dolore, ne ha colpite davvero tante, a volte le più valorose, che rinchiuse nel ruolo, è stato gioco facile per i marpioni maschioni, sbarrargli la strada del vero potere. Non volendo far l’elogio dell’irresponsabilità gaudente, si può però richiamare la necessità di spoliazione dei dolorifici immaginari, che tra l’altro, son sempre corroborati da sottrazioni estetiche, che impongono il disvalore della sobrietà fisica e comportamentale. E su questo punto, invece una polemica bisogna pur farla con la Presidente della Camera, che in più occasioni ha richiamato alla necessità di una solida etica politica pubblica e privata da parte dei politici, accompagnandola sempre con il rosario degli svantaggi, delle emarginazioni, delle povertà di cui è impregnata la nostra società. L’etica in politica, o peggio nelle istituzioni, fa venire i brividi, pur brandendo articoli presenti nella Costituzione, frutto dei tempi e dei contesti di allora. Al politico si richiede onestà, capacità nel governo, rispetto delle leggi e delle regole che sovrintendono le differenti articolazioni istituzionali, così come si conviene a una società democratica e laica. Tutto il resto è sovrastruttura di visioni moraliste di cui la sinistra italiana è purtroppo imbevuta. In ultimo, sottolineando che l’elezione di Laura Boldrini a presidente della Camera è stata una felicissima prova del fatto che il centro sinistra può esser credibile nella volontà di cambiamento, la sollecitiamo a immettere dosi massicce di ottimismo e di fiducia nei suoi discorsi. Potrà così spronare  una classe politica che sembra incapace di ritrovare una sua vera funzione di rappresentanza che non può limitarsi a esser megafono di una certa, e non del tutto disinteressata, vulgata mediatica per cui questo Paese è in completa rovina. Soprattutto  la esortiamo a uscire da un imbarazzante posizione di donna delle istituzioni, rassicurante per quella parte della chiesa italiana, per cui è accettabile parlare di violenza sulle donne, di migranti, detenuti e così via, senza mai entrare nel merito di questioni come le libertà, i diritti civili, le differenze sessuali, l’autodeterminazione sulla vita e sulla morte. Tutti temi che non a caso le sinistre italiane fan fatica ad affrontare, proprio perché inzuppate nel rassicurante dolorificio, che permette loro di raccontare una fastidiosa nenia da troppi decenni.

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