maria_elena_boschidi Aurelio Mancuso il Garantista 28 febbraio 2015

Dove metteresti la Boschi in una squadra ideale dei politici? A La Boschi? “A fare la cheerleader” così ha risposto Dino Zoff in collegamento telefonico con la trasmissione radiofonica del servizio pubblico “Un giorno da pecora”. I maschi naturalmente almeno in panchina, in difesa, centro avanti e attacco. Ospite della puntata la senatrice del Pd Laura Puppato, che non ha avuto nemmeno un sussulto di fastidio, anzi muta ha continuato a commentare gli altri posizionamenti maschili nella formazione ideale dell’allenatore della nazionale. Non stupisce che da un anno schiere di giornalisti e politici non perdano l’occasione per fare a fette Maria Elena Boschi e, con lei Marianna Madia e Federica Mogherini, ree di essere donne, belle, quindi inesperte miracolate dalle concessioni di Renzi. Delle asservite sciocchine, si accusa da più parti, soprattutto a sinistra, funzionali a imbellettare il maschilismo del capo. Il ministro alle riforme e per i rapporti con il Parlamento e le sue colleghe non reagiscono, cercando così anche di stemperare una campagna che invece continua indefessa, che passa attraverso trasmissioni radiofoniche falsamente satiriche e goliardiche della Rai o di veri e propri siparietti imbanditi da La Zanzara per dar voce a tutti i misogini, razzisti e omofobi che possono alimentare le risse via telefono e alzare gli ascolti. Che ciò sfugga alla schiera di donne democratiche sempre pronte a difendere Rosy Bindi quando è apostrofata da un pessimo Berlusconi, è difficile crederlo, è più probabile che la stessa invidia e ugual rancore machista attraversi anche i santuari femminili della sinistra. Altrimenti non si spiega il silenzio imbarazzante della senatrice in studio, sempre pronta a infervorarsi. La storia della sinistra italiana di avversione della bellezza femminile è antica, basta rammentare i commenti che i tanti compagni del Pci e del Pdup facevano su Luciana Castellina, una delle migliori intellettuali e dirigenti politiche, sovrastata però sempre dagli apprezzamenti sul suo seno prorompente. Il sotto pancia ora come allora è il medesimo: così figa sarà arrivata dov’è per le sue grazie. Per non dire dei pregiudizi vomitati contro ministre di Forza Italia, prima fra tutte, Mara Carfagna, che a dispetto dei suoi detrattori e delle numerose critiche, è stata un buon ministro alle Pari opportunità, la prima e unica finora, ad aver promosso una campagna contro l’omofobia. Per tornare a Maria Elena Boschi, è possibile che una donna così bella, che suscita il desiderio dei maschi eterosessuali e, l’ammirazione di quelli gay, tranquilla nei modi, ma decisa nel portare avanti un compito immane, sia troppo per la masnada che circola nei palazzi del potere. Di un uomo politico bello (numericamente pochi) non ci si chiederebbe mai come ha fatto a diventare parlamentare o ministro, si sosterrà che il suo “fascino” lo ha aiutato, ma che son le doti politiche che lo hanno fatto assurgere alle vette. Le donne se son baffute, bruttarelle e si fan strada, allora hanno le “palle”, hanno giocato stupendamente asessuate, nel campo maschile ad armi pari. Le belle no, rimangano amanti o angeli del focolare a disposizione del maschio che le possa ammirare.

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