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Perché abbiamo tradito il Natale

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Il 25 dicembre dell’anno zero nacque Gesù a Betlemme in una mangiatoia attorniato dalla Madonna e San Giuseppe, il bue e l’asinello, i pastori, e poi i Re Magi, con tanto di stella cometa a completare l’edificante quadro. Sappiamo che questo fermo immagine, arricchito dal Medioevo passando dal Rinascimento fino all’epoca Barocca e arrivando ai giorni nostri, in realtà è frutto di una sapiente ricostruzione ideologica della nascita del Cristo. Molte  sono le citazioni rispetto a religioni precedenti, a cominciare dalla datazione del 25 dicembre, così come il mito della vergine partoriente, stelle comete, fasci di luce e così via. In primo luogo conviene ritornare ai Vangeli per scoprire che il numero dei Magi non è conosciuto, ma come Matteo indica “alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme”. (altro…)

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L’Italia cattolica in balia delle fazioni. Come è lontano il Concilio

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di Aurelio Mancuso,  Settimanale gli Altri venerdì 14 ottobre 2011

I cattolici si riuniscono il 17 ottobre per spingere in avanti l’esortazione martellante che proviene dalle gerarchie cattoliche: far scendere in campo una nuova classe politica cattolica in grado di far superare la crisi economica e morale del Paese. Chi sono queste cattoliche e cattolici cui è stato affidato l’arduo compito? In sostanza si tratta delle cosiddette truppe scelte facenti parte della variegata e inquieta galassia dell’associazionismo cattolico, da quelle storiche impegnate nel sociale, nelle parrocchie, nell’ambito patronale, a quelle specificatamente concentrate nell’evangelizzazione e nella cura di aspetti specifici della fede, dal mondo Mariano a quello catecumenale. continua a leggere

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I soldi della Chiesa. Chiudiamo lo Stato Vaticano

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Settimanale gli Altri

 venerdì 9 settembre 2011

 di Aurelio Mancuso

La disputa sui beni immobili e le attività commerciali non tassate di proprietà del Vaticano e della Cei ha fatto emergere un atteggiamento arrogante da parte delle gerarchie cattoliche. Nonostante i numerosi e gentili editoriali apparsi in diverse testate, in special modo su il Corriere della Sera, scritti non da pericolosi anti clericali, ma da intellettuali assai vicini alla Curia, i vescovi italiani hanno reagito con rabbiosità, accreditando una tesi bislacca “la chiesa paga già abbastanza, che paghino gli evasori”. continua a leggere

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Adinolfi sbaglia

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Aurelio Mancuso

Quotidiano Europa sabato 20 agosto 2011

L’editoriale di Mario Adinolfi di ieri intitolato “Se la Gmg era un Gay pride”, mi fornisce l’occasione per aprire un confronto con una testata giornalista che è punto di riferimento di un’area precisa del Pd. Da cattolico gay proveniente dalle esperienze delle comunità cristiane di base, ho imparato nei decenni di riflessione, conflitti interni ed esterni alla Chiesa, di non rinunciare mai all’esposizione delle mie idee, allo stesso tempo di rifuggire da atteggiamenti proclamatori. Conoscendo gli scritti provocatori dell’editorialista in questione, che sui social network, sembra coltivare un’ossessione nei confronti delle persone lgbt eviterò faticose polemiche. Ciò non significa che non m’interessi il suo punto di vista, così immerso nel mare degli stereotipi e delle semplificazioni, e appunto per questo evocativo di un atteggiamento. Continuo a non comprendere, l’esercizio che molti cattolici praticano sui mass media, in politica, nelle reti sociali, di contrapporre le persone gay alla tenuta sociale e morale del Paese. Questa esasperazione, certamente alimentata da un’attenzione negativa da parte delle gerarchie cattoliche nei confronti dell’omosessualità e delle persone omosessuali, genera reazioni e conflitti. E’ avvenuto la scorsa settimana a Madrid, ma non è una novità, il cosiddetto “neoanticlericalismo” è oggettivamente in aumento, accompagnato anche da un’evidente secolarizzazione. A differenza di tanti leader e militanti gay e dei diritti civili, ritengo che interloquire con la Chiesa cattolica sia utile, non sul terreno teologico, ma su quello pubblico. La gerarchia interviene, con potente insistenza e utilizzo di tutti i mezzi comunicativi e di aggregazione che ha a disposizione, per contrastare le leggi sulle Unioni Civili, Pacs, matrimoni gay (strumenti assai differenti fra loro), così come sul testamento biologico, le tecniche di fecondazione assistita e così via. Quel suo essere caposaldo di valori certi, che si contrappongono al cosiddetto relativismo (su cui ampiamente si dovrebbe discutere iniziando da quello cattolico), la sospingono a esser percepita come strumento attivo di azione politica. Un’organizzazione che ha attraversato i secoli oscillando tra il martirio e contiguità con i poteri temporali (fino a divenirne essa stessa, per troppo lungo tempo, uno dei più importanti) può lamentarsi rispetto alle manifestazioni di dissenso? Non credo che il Papa e i Cardinali siano preoccupati delle contestazioni. Ciò che può rendere inquieti è costatare che nonostante i grandi sforzi, il tema della libertà individuale, accompagnato alla responsabilità, riscuote anche dentro il popolo di Dio un vasto e ragionato consenso. Come fu scritto nel giugno 2008 dall’importante rivista dei Gesuiti italiani Argomenti Sociali: “Il riconoscimento giuridico del legame tra le persone dello stesso sesso, quale presa d’atto di relazioni già in essere, trova la sua giustificazione in quanto tale relazione sociale concorre alla costruzione del bene comune”. Il lungo studio pubblicato richiama nelle sue conclusioni la necessità che i politici cattolici di riconoscere questi legami. Sui temi della morale sessuale, i legami e le relazioni sentimentali, il confronto è, quindi, aperto, lungi dal poter esser conchiuso dalle pur importanti prese di posizioni della gerarchia. Comprendo e do voce alla rabbia che milioni di persone lgbt nutrono nei confronti delle continue offese e discriminazioni ad opera di tanti uomini di Dio, allo stesso tempo è sul terreno pubblico che voglio incontrare le tante e i tanti politici cattolici, che prima di tutto hanno la responsabilità di promuovere leggi a sostegno del bene comune, quindi, anche per le persone lgbt.

 

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Omofobia: il Parlamento italiano in mano alle teorie del Ku Klux Klan

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Sono bianchi, cattolici reazionari o atei devoti, razzisti, omofobi, pieni di privilegi, tra cui la possibilità di estendere anche ai conviventi l’assistenza sanitaria integrativa

Oggi la Camera dei Deputati ha approvato le tremende pregiudiziali di costituzionalità presentate da Lega e Udc contro la legge sull’omotransfobia, ancora una volta come accade da troppi anni vince la parte più razzista, omofoba, escludente della politica italiana. Il PDL sostenendo queste tesi, è colpevole di aver tradito qualsiasi fantasiosa tesi liberale, e tranne qualche rara eccezione, di essere complice del clima d’odio che si estende in tutto il Paese. Ha vinto la politica che in varie forme e posizioni parlamentari alimenta discriminazioni nei confronti dei migranti, delle donne, dei giovani precari, delle libertà individuali. Questa masnada di privilegiati, che possono, per esempio, a differenza di tutti gli altri conviventi italiani accedere a normative come l’estensione dell’assistenza sanitaria integrativa, oggi hanno ribadito la volontà di offendere e discriminare milioni di persone che a causa della completa assenza di diritti, sono in balia di violenze, aggressioni, dileggi di tutti i tipi. In questo Parlamento insomma risultano maggioritarie le teorie aberranti del Ku Klux Klan, dei peggiori gruppi dell’estrema destra violenta europea, il tutto condito da ipocrite posizioni di facciata. Nel ringraziare PD, Fli e l’IDV per la battaglia parlamentare condotta, rileviamo come non si possa più accontentarsi di proclamare il nostro sdegno e neppure continuare a rimanere ognuno nel proprio ambito e settore di lavoro. Per questo è necessario un grande movimento di riforma civile del Paese, che trasformi l’attuale sconforto e rabbia in occasione per una nuova stagione delle libertà.

Aurelio Mancuso presidente Equality Italia

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