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Adelante Giuliano, il politico dagli occhi dolci .

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Noi ci credevamo. Settimanale gli Altri venerdì 20 maggio 2011 Di Aurelio Mancuso E bravo Pisapia! Questa redazione ci ha sempre creduto, a parte il sottoscritto, che ce l’avresti fatta a mandare al ballottaggio la Moratti. Siamo chiari, con questo scarto di vantaggio nessuno di noi se lo immaginava e con tutta la prudenza del caso, ne siamo entusiaste ed entusiasti. Persino io, che son ruvido e avrei allora sostenuto più volentieri Boeri alle primarie (per fortuna non voto a Milano, ma soltanto in una città della provincia), devo ammettere che il tuo tratto timido, il tuo incidere con pazienza tra i quartieri milanesi, piano piano mi ha conquistato. Ci siamo visti alla manifestazione del 25 aprile, e una polemica durante le primarie è stata superata di colpo. Eri già in pista da molto tempo e ti ho visto teso ma sereno, finalmente la figura rassicurante e inclusiva di tutte le sinistre. Quelle sinistre che a Milano dal 1993 hanno collezionato sconfitte su sconfitte, pervicaci nell’inseguire un’inutile rincorsa al centro moderato (quanto estremismo in questo centro politico italiano…), dei poteri forti, dei salotti buoni. Tutta una corsa tesa ad accreditarsi in segmenti sociali e finanziari “naturalmente” ancorati al berlusconismo, che mai hanno dato segnali confortanti. Invece Giuliano Pisapia con la faccia stravolta da una immane fatica, l’avvocato, giurista di tante battaglie per la libertà e i diritti civili, che per nostra fortuna ha tenuto distante da ogni tentazione giustizialista, ha scelto un’altra strada. Nella città dove tutta la politica sembrava ruotare intorno ai processi, da Mani Pulite ai Bunga Bunga, lui se ne è interessato, ma ha insistito sempre sulla società devastata, nella grande città del lavoro e dell’economia, dalle precarietà e dalle solitudini. Chi ha vinto per ora? Lui e il suo progetto di prendere in mano direttamente le linee essenziali di una campagna elettorale quasi impossibile, ma anche le sinistre, che con uno stupore che coinvolge tutti quelli che conoscono bene questa terra complicata, avanzano e superano i partiti del centro destra. Questo “estremista” gentile, come hanno dovuto ammettere anche i più accorti cerberi della destra milanesi, che se avessero potuto avrebbero strozzato la Moratti quando nel confronto a Sky lo ha insultato come un ladro, amico dei terroristi, perché è piaciuto così tanto ai milanesi? Non è facile dirlo, non avventuriamoci in analisi di spicciola politica sociologica. Credo personalmente, che come in una congiunzione a scientifica astrale, sia l’uomo giusto capitato nel momento giusto, a dispetto degli stessi partiti delle sinistre, e anche di tante persone meno influenzate dai rigidi cerimoniali delle forze politiche. La sua forza sta probabilmente (non riempitemi di miserie) nel suo aspetto “debole”, in un eloquio esattamente contrario all’aggressività dei Berlusconi nazionali e meneghini. Tutto ciò che ha fatto temere in una debacle le sinistre milanesi (eh sì, quanti hanno scommesso che avremmo perso al primo turno?) si è rivelata una potente pozione rigenerante. Giuliano non se ne avrà a male, se definisco la sua figura come la più anti populista e anti leaderistica di cui nonostante noi stessi avevamo davvero bisogno. La sua caparbietà di voler parlare solamente di programma, di proposte concrete per Milano, non sono sufficienti a spiegare la capacità di aver stoppato e superato il ciclone milionario della campagna elettorale di Letizia Moratti. Non facciamo le anime belle: dodici milioni dichiarati dal comitato dell’avversaria come spesa complessiva per la campagna elettorale a confronto del milione messo in campo dal centro sinistra, sono un’enormità, eppure oggi siamo a raccontare dell’impresa di Giuliano. Altri diranno di come la sua non sia una vittoria esclusiva, con soddisfazione si registra un’avanzata del PD e di tutte le sinistre, che significa che anche nei partiti qualcosa è cambiato e bisognerà farne tesoro. Ma noi vogliamo “coccolare” Pisapia, perché se lo merita e, perché ora tutte e tutti abbiamo bisogno di ulteriore energia positiva. Rimane poco più di una settimana alla sfida decisiva, e per noi de gli Altri, ragazzacci e ragazzaccie un po’ impudenti, Giuliano rappresenta una concreta speranza, che gli errori del passato producenti enormi cumuli di macerie, possano finalmente esser stoccati. Adelante Giuliano, dagli occhi dolci, inquieti che esprimono davvero quella “Milan con el cor in man”.

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Siamo tutti sul “ciglio del dirupo” – settimanale gli Altri

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Il libro di Emiliano Reali

Di Aurelio Mancuso

Intrecci, ombre, storie che si rincorrono nell’intimità segreta di personaggi eterei piuttosto che in concrete pennellate di vita reale che accompagna l’oggi nella prospettiva di un passato letto con disarmante sincerità, persino crudezza, cui si accosta una linea temporale a tratti sbalzata, non completamente a fuoco, che ritorna nitida nell’epilogo, che può essere consolatorio, come duro e impassibile. In questa opera “Sul Ciglio del Dirupo” (DEd’A editore, pag 226 – € 12,00) raccoglie dieci anni del viaggio introspettivo dell’autore, Emiliano Reali, così come biografico di uomini, donne, ragazze e ragazzi appartenenti alle complessità del nostro mondo, che non fa sconti, se non la possibilità di perdersi e ritrovarsi nei sogni, nelle aspirazioni, così duri da sconfiggere persino dai drammi più estremi. Aperto dall’entusiastica e amorevole prefazione di Jonathan Doria Pamphillj, che parla della nuova fatica di Reali come di un regalo, perché è evidente “il suo percorso di maturazione artistica  e letteraria” il libro si srotola come in una corsa di alti e bassi emotivi, di tinte forti e sensuali, di liriche complesse e paradigmatiche, consegnando a due poesie l’apertura e la chiusura, entro cui si possono godere diciassette racconti di varia lunghezza. (altro…)

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Galleria fotografica – Presentazione indagine sull’antisemitismo in Italia

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Ci sembrava utile dare un segnale preciso: l’antisemitismo non riguarda solo gli ebrei, ma la civiltà tutta”. Lo ha dichiarato il presidente di Equality Italia, Aurelio Mancuso, nel corso di un convegno sull’antisemitismo all’Istituto Superiore Antincendi di Roma. “Noi di Equality Italia – ha aggiunto Mancuso – abbiamo segnalato alla polizia postale diversi siti antisemiti, e siamo rimasti sorpresi dall’aumentare del loro numero, anche tra le pagine dei social network. Vogliamo mettere insieme temi differenti (come l’antisemitismo, il razzismo e l’omofobia), che hanno tutti alla base il fatto che questa società fa ancora fatica a riconoscere l’altro”.

Si ringrazia Salvatore Contino e Luciano di Meo per il servizio fotografico

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Lo stigma che pesa su gay. Per questo si suicidano

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Di Aurelio Mancuso – 13 Settembre 2014

Gli adolescenti e giovani omosessuali sono due volte più inclini al suicidio rispetto ai loro coetanei eterosessuali. Con una serie di dati Vincenzo Lingiardi ordinario dell’Università la Sapienza di Roma, psichiatra e scrittore divulgatore di numerose ricerche in materia, ha esposto le sue tesi nell’ambito di un simposio internazionale sul dramma dei suicidi. La notizia non stupisce chi da anni segue con attenzione l’evoluzione di un fenomeno che racconta la sofferenza di migliaia di ragazzi italiani schiacciati da un diffuso stigma sociale e un’avversione proclamata da un vasto schieramento politico, culturale e religioso. (altro…)

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Marino a un bivio: fallimento o rilancio – settimanale gli Altri

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A differenza di molti che già stanno recitando il De Profundis dell’amministrazione Marino, ritengo che il sindaco, e persino un pezzo della sua squadra, possano ancora farcela a mantenere la promessa di aiutare Roma  a riemergere dal profondo scoramento. Messe in un angolo riunioni di sapor decisionale, il primo cittadino deve riuscire a guarire se stesso e comprendere che non tutta la politica dell’Urbe è figlia di tramini, correnti, trappoloni trasversali. Allo stesso modo la sua maggioranza, che pubblicamente sembra soffrire assai della conduzione fantasiosa e solitaria del chirurgo, non ha finora proposto un vero progetto amministrativo degno di nota. I principali partiti, che sostengono Ignazio Marino, nella Giunta hanno qualche ottimo rappresentante, in Consiglio pregevoli elementi che sprecano troppo tempo a rivaleggiare, nei Municipi hanno a disposizione una diffusa e fresca rete amministrativa, lasciata però troppo sola. Non mancano qua e là atteggiamenti di supponenza e arroganza che in alcuni Municipi si consumano per mantenere posizioni di rendita di personaggi anacronistici, ma nella gran parte dei casi invece le amministratrici e gli amministratori del centro sinistra sono potenzialmente un’enorme energia al servizio di un percorso complessivo che per ora manca. Colpevolmente le buone azioni territoriali non emergono soffocate dal polverone pubblico di recriminazioni, ingenuità gestionali, ambizioni frustrate. Per ora Roma continua a esser strozzata da un traffico insopportabile, a farsi ferire tutti i giorni dal passaggio nel centro storico di centinaia di autobus turistici ingombranti, inquinanti e maleducati. L’Urbe si paralizza a ogni acquazzone o appena spunta un’improvvisa manifestazione non autorizzata. I mali di Roma sono conosciuti e pubblicamente banditi ogni giorno da molti pigri media locali, sospirati nelle lunghe code che si formano negli sportelli dedicati ai servizi. Città disincantata e straordinaria, Roma continua a sopportare ciò che ciclicamente gli è imposto: un’anarchia sorniona, a tratti voluttuosa, che trasforma la sua irresistibile eterna decadenza in trappola mortale. Bisogna voler davvero bene a questa mescolante città, e Marino a suo modo glie ne vuole, confondendo però le pesantissime responsabilità della classe politica (che senza vergogna troneggia consigli e distribuisce populiste soluzioni) con la necessità di un dirigismo calvinista in completa dissintonia con l’anima dei Quiriti. L’eredità che ha raccolto è pesantissima: decine di miliardi di debito congelati in un fondo di rientro, centinaia di milioni di euro di passivo che ogni anno si accumula, decine di migliaia di persone che direttamente o indirettamente lavorano e quindi campano grazie al Comune. Strade disastrate, acquedotti colabrodo, periferie abbandonate, trasporto pubblico disorganizzato: la Roma quotidiana è questo, i suoi abitanti però la amano e rammentano che non è un destino ineludibile. Arduo dare indicazioni a un Sindaco che deve affrontare questo marasma, ma se il PD la smettesse di litigare x le stupide pecette interne di organismi dirigenti pletorici e cartonati, se SEL superasse la sindrome di minorità difendendo strenuamente i suoi piccoli feudi elettorali, forse si potrebbero fare passi in avanti. Ignazio Marino, invece di esasperarsi per i continui conflitti, che produce un’oggettiva incapacità di dialogare positivamente con la città, si concentri su come dare un senso politico e sociale al suo mandato. Le romane e i romani, possono apprezzare scelte come la chiusura (un po’ pasticciata) dei Fori Imperiali, ma dove sono la volontà di fare dell’Urbe una città a misura di bambini, oppure del recupero di volumi dismessi per avviare attività commerciali e riattivare politiche abitative popolari? E’ probabile siano state avviate grandi cose, ma nessuno lo sa, perché la Giunta sembra ammutolita. In occasione della predisposizione del Bilancio 2014, Marino, può scrollarsi di dosso questi primi faticosi mesi, puntare su una narrazione chiara sulle scelte di fondo, concordando una comunicazione e una strategia comune, innanzitutto con il Pd metropolitano che gli ha promesso un aiuto. Roma è scafata e scettica, ma sa voler bene a chi la rispetta e usa il linguaggio della verità, e delle concrete volontà di cambiamento. Infine, in questa città si gioca una partita politica importante, la tenuta e l’ampliamento di un governo del centro sinistra che mantiene saldo il rapporto con Sel, per influenzare nel futuro anche strategie nazionali. Il fallimento dell’esperimento Marino, sarebbe un colpo quasi mortale per chi continua a credere che quella strada deve essere perseguita.

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