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Il fascino indiscreto dell’eresia

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Nel tempo montiano il dissenso sembra esser ad appannaggio di atteggiamenti strumentali legati più alla necessità di distinguersi per futuri precari orizzonti elettorali, che per reali convinzioni ideali. Fra tutti sicuramente la Lega è maestra nel capovolgere le responsabilità, rimuovendo quella già flebile memoria di cui sono capaci gli italiani. E’ vero che il dissenso per alimentarsi di onestà intellettuale dovrebbe nascere dal pensiero limpido non collegato agli interessi partitici, o come si dice oggi, di area. Invece, per fare un esempio, anche dentro il PD, in una fase dove oggettivamente Bersani ha fatto un passo indietro rispetto alla possibilità di vincere facile in elezioni anticipate, le cosiddette aree, consorterie di sotto aree, gruppetti più o meno mediatici e da social network, aleggia sempre uno spirito di rivalsa e di serpeggiante dissenso, non sulle idee, ma rispetto a chi le sostiene. (altro…)

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Il tramonto di Berlusconi non ci “regalerà” i diritti civili

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Mentre Berlusconi resiste a dispetto dei più alti interessi del Paese, la crisi della politica che aggrava quella finanziaria, mostra il suo volto più drammatico, un governo in agonia a fronte di un’opposizione ancora troppo incerta, oggettivamente non in grado di rassicurare del tutto l’opinione pubblica. In queste fitte nebbie gli unici precisi messaggi giungono da alcuni settori economici, che non vedono l’ora di poter approfittare dell’attuale profonda incertezza per spingere alla macelleria sociale nascondendo le loro gravissime responsabilità, ma soprattutto è la chiesa cattolica che tiene la barra a dritta. continua a leggere

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Raduni generazionali Pd: nessuna idea su libertà e diritti “Non si può voler uccidere i padri e avere idee più arretrate dei nonni”

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Con questa ingenerosa e dura battuta, però efficace per riassumere la scarsità di confronto concreto sui temi, si potrebbe liquidare tutto questo radunarsi di happening generazionali del PD che affrontano con grande spreco di termini la necessità di un innegabile ricambio di classi dirigenti senza però sostanziare, almeno su uno dei pilastri portanti delle democrazie moderne, proposte al passo con i tempi. Nessuno per esempio, ha affrontato il tema dell’impetuosa trasformazione dell’organizzazione sociale che ha come elementi più evidenti lo stabilizzarsi nei prossimi anni di una presenza intorno al 40 per cento di residenti single, di progressivo superamento dei matrimoni civili rispetto a quelli religiosi, di ulteriore aumento delle famiglie non sposate. continua a leggere

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L’ingerenza di Bagnasco e l’ipocrisia della sinistra

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di Aurelio Mancuso

www.glialtrionline.it

E finalmente per la sinistra italiana scese in campo il cardinal Angelo Bagnasco che con un fendente da tramortire qualsiasi politico italiano, tuona contro “i comportamenti licenziosi e le relazioni improprie”, che a suo dire sono un danno sociale a prescindere dalla notorietà. Il capo dei vescovi italiani non ha inteso fare un favore a Bersani, Bindi, Vendola e Di Pietro. Ha riaffermato un concetto antico più delle mura leonine, e che ha permesso alla gerarchia cattolica di farne una peggio di Bertoldo nelle segrete stanze e di benedire soavemente le folle nelle grandi adunate.  continua a leggere

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Paola e Ricarda spose a Francoforte: E ora quali diritti avranno in Italia?

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di Aurelio Mancuso

settimanale gli Altri

Del matrimonio di Paola e Ricarda, si è già parlato moltissimo, si sono scomodati anche il cattolico integralista Carlo Giovanardi e il quotidiano Avvenire, per scagliarsi contro un atto, questo è il vero punto politico, avvenuto fuori dalla loro influenza, in quella terra di civiltà e rigore chiamata Germania, per la precisione a Francoforte, cuore pulsante della finanza e dell’economia più importante d’Europa. Che smacco per questi clericali reazionari, assistere impotenti alla trascrizione di un matrimonio tra due donne, l’una unica parlamentare italiana dichiaratamente lesbica, l’altra una solare, determinata criminologa, che ha avuto pure la sfrontatezza di assumere il cognome della prima: Concia. E ora come la mettiamo? Come si fa a impedire che cittadine e cittadini italiani, s’innamorino di spagnoli, francesi, portoghesi, olandesi, belgi, inglesi e così via, e decidano (in questi anni è già avvenuto migliaia di volte) di contrarre matrimoni, pacs, unioni civili? Con un rancore tardivo e ignorante in Vaticano hanno scoperto, grazie alla normale prassi civile tedesca, che i gay e le lesbiche italiane possono in ogni angolo d’Europa, stringere patti, contrarre matrimoni liberamente, fondando, almeno nel Paese del partner, quel progetto di vita ossessivamente negato in Italia. Le ridicole, infantili rimostranze del quotidiano dei vescovi italiani, rispetto a una supposta propaganda politica di Anna Paola Concia di un evento che sarebbe dovuto rimanere intimo, diciamo per tradurre, nascosto, evidenzia la disperazione di prospettiva in cui le gerarchie sanno di esser condannate. Il matrimonio, a cominciare da quello cattolico romano, è proprio un atto pubblico, in altre parole uno strumento utilizzato per rendere partecipe la comunità familiare e dei conoscenti, che due persone si sono assunte reciproci impegni. Tornando alla questione civile, assai più importante e su cui non a caso si concentra il Vaticano, è indubbio che in Europa si sia aperta da qualche tempo una questione cruciale: com’è possibile che cittadine e cittadini di paesi differenti si uniscano in matrimonio o contraggono patti e unioni civili, e questi impegni giuridici sono negati nei Paesi membri che non hanno ancora legiferato in materia? Più in generale, la libera circolazione delle e degli europei nel vecchio continente si può limitare al turismo, lavoro, studio, e non estendersi alle stabili relazioni d’amore? In questa bella storia di Paola e Ricarda, di cui ho potuto vivere insieme al mio compagno e a tanti altri invitati i momenti commoventi della celebrazione, la vera nemica oggi non è l’onorevole Paola Concia, ma Ricarda Concia. Come ha osato, quest’algida tedesca a innamorarsi di una donna italiana, di sposarsela in patria e di assumerne persino il cognome? Per le vesti fruscianti che svolazzano nei corridoi vaticani, tutto ciò appare come un incubo, perché sì questa volta il trono è nudo. Tutto quel berciare e maledire i gay e le lesbiche italiane per i loro vizi, per le loro promiscuità (di cui il clero si nutre abbondantemente), per le loro posizioni edoniste, individualiste, s’infrange contro il muro della realtà. Una realtà presente ormai da decenni, che racconta di migliaia di coppie omosessuali conviventi, in relazioni stabili, inserite nei propri contesti sociali, accolte dagli affetti familiari e amicali. I preti lo sanno bene cosa è accaduto, ma pensavano di poter continuare a recitare le loro falsità impunemente, grazie anche la complicità di molti mass media, che tra l’altro propongono una socialità gay, logorata dal macchiettismo tanto rassicurante per i perbenisti e le classi dirigenti. Ricarda dunque è il vero problema. Come agirà ora? Potrà accontentarsi di avere tutti i suoi sacrosanti diritti in Germania e non venirne a pretendere in Italia? Evidentemente il Vaticano e i suoi servi clericali alla Giovanardi, pensano di no. E fanno bene! Paola ama Ricarda a prescindere che sia una parlamentare notissima e battagliera, non mette davanti la politica alla sua vita intima, ma, signori miei è una donna, che non ha mai dimenticato uno dei grandi imperativi del miglior femminismo: il personale è anche politico. Una logica che non può che far tremare i vecchietti residenti nelle vicinanze di via della Conciliazione, perché ritornano alla memoria le grandi conquiste civili italiane: dal divorzio all’interruzione volontaria di gravidanza, dal diritto di famiglia alla legge contro la violenza sessuale. In ultimo, non è un caso che a parte Giovanardi, la politica abbia taciuto, di destra e di sinistra. L’assenza di parole adatte, di coraggio e di condivisione, sono il miglior segnale che molte ipocrisie in questi giorni sono state mortificate. Quindi, è possibile un nuovo inizio.

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