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Caro Sindaco Marino perché ieri sera non c’eri?

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ignazio-marino-2Caro Sindaco Ignazio Marino,
ieri sera alla manifestazione alla Gay Street hanno partecipato diversi consiglieri comunali, presidenti di Municipio, rappresentanze della Regione, deputati e senatori, molti politici di sinistra e di destra, ma tu non c’eri. Così come non venisti al Pride, a una settimana dalla tua elezione in Campidoglio, perché dovevi riposare, ieri sera si dice tu fossi impegnatonella redazione del bilancio. Eppure in bici, in cinque minuti dal Campidoglio in via San Giovanni in Laterano, ce la potevi fare, a esser presente, magari solo per un momento. La comunità lgbt ti ha fortemente sostenuto in campagna elettorale, certa che la tua elezione segnasse una discontinuità rispetto all’amministrazione Alemanno. Ti ho sostenuto fin dalle Primarie, ho contribuito a scrivere il tuo programma sulla parte riguardante i diritti civili di tutte e tutti, mi son sentito tradito, perché tu come Sindaco ieri sera ci dovevi essere. Non sottovaluto, i gesti approvati all’unanimità dall’Assemblea Capitolina, di voler esporre la bandiera rainbow dal 5 al 15 gennaio, o il tuo impegno per licenziare al più presto il Registro delle Unioni Civili, ma la tua assenza non è giustificabile, perché al netto delle decisioni simboliche, la morte di tre ragazzi gay in un anno, evidenziano un dramma sociale enorme, che attiene all’abbandono in questa città. Tu come Sindaco di tutti, avresti dovuto esser con noi, assumerti degli impegni, non per i gay e le lesbiche, ma per rispondere con strumenti concreti alla solitudine e all’emarginazione di tutti gli adolescenti e giovani romani.

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Omofobia: l’arroganza del Pd, le furbizie di Francesco – settimanale gli Altri

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gli altridi Aurelio Mancuso

Nel giro di pochi giorni il tema dell’omofobia, della tutela e rispetto di milioni d’italiani è tornato ad essere al centro della discussione pubblica. Accade sempre così, quando c’è un pestaggio, oppure un politico ha voglia di fare una battutaccia esplodono polemiche e poi tutto torna nell’oblio. Questa volta però alla Camera dei Deputati è stata approvata la norma che estende le tutele della legge Mancino anche per omofobia e transfobia e dall’altra papa Francesco ha evocato la necessità di un diverso atteggiamento della chiesa nei confronti delle donne, dei divorziati, degli omosessuali. Per quanto riguarda la legge, che ora dovrà affrontare un difficile iter al Senato, a fronte di un positivo risultato, ovvero aver esteso le aggravanti per gay e trans, il Pd è riuscito in un disastro politico nei confronti della comunità lgbt, per aver ceduto alle pressioni dei suoi deputati cattolici e quelli di Scelta Civica, introducendo un emendamento sulla libertà di espressione. Saranno ora i giuristi (alacremente all’opera) a misurare dal punto di vista normativo il danno, ma ciò che conta è un dato politico inoppugnabile: non aver voluto alcun confronto con i diretti interessati e aver introdotto specifiche sulla libertà di opinione, mai resesi necessarie in vent’anni di applicazione della Mancino. Quest’arroganza politica, che si evince anche nelle dichiarazioni successive all’approvazione, denotano da una parte la drammatica incapacità per il Pd di affrontare i temi legati ai diritti civili. (altro…)

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Dibattito generale sulla legge sull’omotransfobia, le mie impressioni

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omofobiaIeri sera ho assistito insieme con altri esponenti del movimento lgbt al dibattito in Aula di avvio dell’iter della proposta di legge su omofobia e transfobia. Ascoltare dal vivo i dibattiti parlamentari, a parte il fastidio di non potersi quasi muovere in tribune per il pubblico scomode e sorvegliate a vista, hanno un sapore preciso, perché si possono notare i movimenti dei vari deputati, cogliere sfumature, comprendere il clima in cui si svolge il confronto. La prima impressione di una notturna dedicata a un tema così importante è stata che tre gruppi, pur con differenze e anche qualche vistoso contrasto, sono davvero impegnati a portare a casa una buona legge sull’omofobia e transfobia: Pd, Sel, Movimento 5 Stelle. Il Pdl (a parte il co relatore Leone) sembra attendere il momento del voto sugli emendamenti per esprimere un orientamento, nel frattempo hanno parlato solo gli esponenti contrari al provvedimento, prima fra tutti la Roccella, che ha dato il peggio di se. Scelta Civica non ha una posizione ufficiale e quindi, anche in Aula sono intervenuti esponenti a favore e quelli contrari, tra cui l’algida Paola Binetti che ha potuto sfogare tutta la sua avversione rispetto a una legge che ha contribuito ad affossare già nella scorsa legislatura. (altro…)

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LGBTQ, LE LETTERE SCRITTE E NON DA AURELIO MANCUSO

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Aurelio-Mancuso-aureliomancusioitdi Katia Ippaso

Bimestrale Alternative per il Socialismo diretto da Fausto Bertinotti

Se l’oggetto del discorso è il Movimento Lgtbq  (Lesb/gay/trans/bisex/queer), allora diventa determinante partire dai soggetti. Perché questo non è un tema qualunque di cui si può discutere astrattamente. Qui ogni ragionamento ha un peso in senso anche fisico, nel senso che ogni parola – che sia essa inventata, abusata, spezzata, glorificata o ripescata dal sommerso e ripetuta fino alla nausea -, ecco, proprio ogni parola in questa vicenda è avvitata alla storia dei corpi, ai vissuti, alle scelte di ogni singolo individuo. Come si fa a dialogare con Aurelio Mancuso, per esempio, presidente di Equality Italia (rete di promozione di tutti i diritti civili), ex segretario ed ex presidente dell’Arcigay (dal 2001 al 2010), giornalista e attivista di area bersaniana, studioso di teologia, gay dichiarato e cattolico del dissenso, senza partire dalla sua stessa biografia, da quel lontano 1994 in cui decise di buttare una piccola bomba nell’ambiente valdostano scrivendo un articolo dal titolo Io minoranza in cui dichiarava di essere omosessuale (e questo avveniva non altrove, nella emancipata Inghilterra o negli States, ma proprio nel suo luogo d’origine e d’appartenenza)? (altro…)

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Il 22 maggio: Insieme a Josefa, ma niente leggi speciali – settimanale gli Altri

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josefa idem

di Aurelio Mancuso

La nuova ministra Josefa Idem ha deciso di avviare un confronto ampio sul tema della violenza e delle discriminazione in ragione del genere, dell’orientamento sessuale e identità di genere, promuovendo per il prossimo 22 maggio una giornata insieme a tutte le reti e realtà associative impegnate in questa difficile battaglia. Dopo la vicenda della rimozione dell’esponente del Pdl Biancofiore da sottosegretaria alle Pari Opportunità, la ministra ha certamente compreso che il suo dicastero, a torto valutato come marginale, è invece l’avamposto istituzionale di un tema complicato e sempre esposto all’attenzione dei media. Quindi, centri anti violenza, telefoni amici, linee gay, femministe, sindacati, gruppi trans, come aveva pensato già a suo tempo Barbara Pollastrini, possono confrontarsi e condividere un’azione efficace. L’attenzione c’è tutta e la continuativa sequela di uccisioni di donne, di violenze di tutti i tipi perpetrate da mariti, fidanzati, ex, conoscenti, non può concedere indugi, ne affidarsi ai soliti appelli dei mass media, che alla lunga diventano stanchi rituali. La violenza sulle donne, l’omofobia e la transfobia delittuose, hanno radici comuni e differenze importanti. Il dominio del maschio eterosessuale su tutto ciò che per diritto divino e potenza della storia millenaria di supremazia, deve incarcerare ai suoi voleri le donne e le persone lgbt. Troni e Altari, filosofie e regimi dittatoriali, democrazie immature e uso strumentale delle conoscenze, hanno tramandato per le donne la sudditanza, per le persone lgbt il buio della clandestinità. (altro…)

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