di Aurelio Mancuso

La libertà di espressione, la satira, persino le opere di cattivo gusto possono esser messe da una parte per opportunismo politico o rispetto delle sensibilità religiose? No. Salvo che si pensi che le confessioni siano portatrici di valori più alti e intoccabili rispetto al perimetro disegnato dalle democrazie moderne, basate sul concetto di laicità e di pluralismo. Tutte le pruderie moderatiste che vanno per la maggiore dopo le proteste islamiche per l’irrispettoso filmetto su Maometto, fanno venire il voltastomaco, sono uno dei peggiori retaggi che ci si continua a portare dietro, persino nei luoghi più “laicisti” come la Francia. Si sono evocati a sproposito il senso di opportunità e di rispetto dei simboli religiosi, operando vere e proprie azioni di censura. Ci sono due questioni distinte e allo stesso tempo collegate che sono da prendere in considerazione. Da una parte bisogna intendersi come qui e ora libertà di pensiero e difesa delle prerogative statali siano al centro dei pensieri dei nostri governanti, dall’altra è innegabile che tutto il grande sommovimento negli Stati a maggioranza islamica ponga il tema di se e come muteranno le loro elaborazioni politiche rispetto alla democrazia. (altro…)

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