il Fatto Quotidiano 17 settembre 2011

SUL WEB PRESTO “NOMI DI POLITICI ITALIANI” –

di Federico Mello

La grande rete internet potrebbe presto metterci di fronte a un nuovo caso dalle conseguenze incalcolabili. Se Julian Assange è diventato un mito – amato e odiato – pubblicando sul web i “cable” top secret delle ambasciate di mezzo mondo, un gruppo di anonimi adesso promette di scatenare il panico tra decine e decine di personalità italiane, di sollevare infinite discussioni sul binomio privacy/ trasparenza e di rilanciare il dibattito sulla legislazione per i diritti civili delle persone omosessuali. Già segnati in rosso sul calendario un giorno e un’ora X: il prossimo venerdì 23 settembre alle dieci del mattino. Gli anonimi hanno pubblicato il loro annuncio su un sito web comparso in queste ore ( lista  outing.wordpress.com  ): “Dichiareremo pubblicamente – scrivono – la pratica omosessuale di politici (single, sposa-ti, conviventi), preti, persone note e influenti, che attraverso azioni concrete e prese di posizione offendono e discriminano le persone gay, lesbiche e transessuali”. Sembra che abbiano già nomi “caldi” in mano: “Il primo elenco – aggiungono chiarendo che questo è solo l’inizio – è composto da 10 politici. Disponiamo dei nominativi di una decina di alti prelati, di altre personalità del mondo dello spettacolo e della tv”.

DOVREBBERO essere già cento i nomi in loro possesso. Il termine “outing”, chiariscono le associazioni omosessuali, è spesso usato in maniera errata nel nostro paese. Mentre “coming out” è un atto politico col quale una personalità in vista dichiara la propria omosessualità (in Italia è recente il caso del cantante Tiziano Ferro), per “outing” si intende lo svela-mento da parte di terzi – spesso militanti per i diritti civili – dell’omosessualità di una persona pubblica che si è contraddistinta per le sue dichiarazioni omofobiche . In Italia questa sarebbe la prima volta che il movimento “Gltb” sceglie il “coming out” come arma di battaglia politica. E questa scelta, dicono gli anonimi, nasce dall’esasperazione: “È un’iniziativa che nasce per riportare un po’ di giustizia in un paese dove ci sono persone che non hanno alcun tipo di difesa rispetto agli insulti e attacchi quotidiani da parte di una classe politica ipocrita e cattiva”. Non a caso tutto è nato sulla bacheca Facebook dell’ex presidente dell’Arcigay Aurelio Mancuso all’indomani della bocciatura in Parlamento della cosiddetta “legge Concia” che introduceva delle aggravanti per i reati commessi a scopo discriminatorio. Mancuso scrive online: “Perché non facciamo anche noi iniziative di outing?”. Tutti si dicono d’accordo, spiega Mancuso, ma nessuno fa un passo avanti. A luglio però riceve una mail: sono proprio quelli di “listaouting” che gli dicono: “La tua idea ci è piaciuta, ora ce ne occupiamo noi”. A questo punto, come ci tiene a chiarire, il ruolo dell’ex presidente Arcigay nell’iniziativa di “outing”, si interrompe. Ne viene a sapere qualcosa solo due giorni fa quando compare online il sito e l’annuncio.

COSA SUCCEDERÀ adesso? Non è dato saperlo, e non si può neanche dire con certezza che il prossimo venerdì una lista di nomi finirà davvero online. Così non è chiaro se gli anonimi porteranno delle “prove” (fotografie, mail, o quant’altro) a sostegno delle loro dichiarazioni. Di certo c’è che la comunità GLTB si è spaccata sull’iniziativa. Mancuso in realtà si dice favorevole: “Politicamente sono d’accordo. I giornali pubblicano intercettazioni e notizie di ogni genere e mai nessuna di queste è legata all’omosessualità . E poi immagino che molti nomi di quelli che verrano pubblicati siano già ‘masticati’, non credo proprio che i giornalisti delle redazioni di tutto il paese sobbalzeranno sulle loro sedie”. Del tutto contraria è invece l’Arcigay per cui “l’outing è una pratica di estrema violenza, del tutto estranea alla nostra storia, cultura e orizzonte politico. Arcigay condanna con la massima severità perché gratuite, violente e inutili” dice Paolo Patanè presidente dell’associazione che si spinge a parlare di “macchina del fango” del movimento gay. Se anche l’ex candidato alla segreteria Pd Ivan Scalfarotto esprime la sua contrarietà, più conciliante la posizione della deputata Pd Anna Paola Concia – che ha recentemente sposato la sua compagna a Francoforte –: “Mi rendo conto che è un atto estremo, ma nasce da una condizione di cittadini senza diritti”. Un’altra settimana e la vicenda si sgonfierà o esploderà del tutto.

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