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le conestazioni alla Bindi, caro Bachelet è la democrazia

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A differenza di quanto dichiarato dal deputato bindiano Giovanni Bachelet ritengo che le numerose contestazioni, critiche, volontà di interloquire di cui è stata oggetto nelle feste democratiche la presidente dell’Assemblea nazionale del PD, Rosy Bindi, che mai sono sfociate in atteggiamenti aggressivi, siano la chiara volontà di rappresentare un profondo dissenso nei confronti di posizioni legittime, che però possono democraticamente esser avversate. L’onorevole Bindi ha brandito in tutta Italia la Costituzione asserendo che vieta il matrimonio gay, utilizzando una interpretazione distorta della sentenza della Corte Costituzionale. La verità che tale sentenza e quella successiva della Cassazione, non si sono espresse in alcun modo contro l’ampliamento del matrimonio alle coppie gay, rimandando al Parlamento la sovranità di decidere sulla materia. (altro…)

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Cara Bindi, ok alla soluzione tedesca perché non averlo detto prima?

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Ieri sera alla Festa de l’Unità di Roma la presidente Rosy Bindi ha affermato di esser  d’accordo su un progetto di legge simile a quello in vigore in Germania. Registriamo con favore questa affermazione.

Si tratta di una mediazione di alto profilo, tra i Dico e il matrimonio, e rimane il fatto che in  Assemblea nazionale che se Rosy Bindi avesse esplicitato la sua posizione, che nei fatti era già contenuta nel contributo presentato dai “laici”, non sarebbe sorto alcun conflitto.

Ribadiamo, infatti, che il nostro gesto di restituire la tessera al Segretario nasceva proprio dal fatto che non era stato rispettato  l’accordo di votare insieme il documento della Commissione e il contributo sostenuto da 200 dirigenti di diverse aree del Pd.

Noi continueremo a batterci perché in questo paese si arrivi alla pari dignità di diritti e di doveri per le coppie gay,  che si realizza anche attraverso l’estensione del diritto al matrimonio civile a tutte e tutti, e pure nella messa in campo di altri strumenti giuridici.

Riteniamo, quindi, che se la Direzione di settembre sancirà  definitivamente l’assunzione di una legge sulle unioni civili di stampo tedesco, sarà un positivo primo passo su cui lavorare insieme. Resta inteso che il PD. maggiore partito della prossima alleanza di centro sinistra, non dovrà accettare imposizioni al ribasso su questa proposta.

Aurelio Mancuso, Andrea Benedino, Enrico Fusco

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“Le nostre vite di serie b, contro l’oscurantismo di Rosy Bindi restituiamo la tessera al partito” – Il Manifesto

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di Aurelio Mancuso

L’Assemblea nazionale del Pd di ieri ha sostanzialmente aumentato la confusione interna al partito che dovrebbe governare il cambiamento di questo Paese. Sul tema dei diritti civili, attenzione non solamente sulle coppie gay, è stato approvato un documento, che come ho scritto giorni fa su questo giornale, riportava ai tempi dell’apartheid: ci sono diritti inviolabili e superiori e altri invece che riguardano le differenze, in particolare gli omosessuali, che sono inferiori. Da alcuni giorni l’area della sinistra bersaniana, insieme all’area Marino, con l’aiuto di Giovani Democratici, civatiani, renziani, fino a giungere ad alcuni esponenti del gruppo veltroniano, ha costruito un contributo integrativo che precisando meglio su alcuni temi, tra cui testamento biologico, ricerca scientifica, diritti delle donne, sul tema del riconoscimento delle coppie gay scriveva “In tanti Paesi a cui ci sentiamo legati – dalla Francia agli Stati Uniti – si sono riconosciuti o ci si avvia a riconoscere i matrimoni e le adozioni per le coppie gay. Molti tra di noi possono essere d’accordo, altri possono non esserlo, ma il fatto stesso che altrove si legiferi in quel senso dovrebbe annullare il tabù delle parole. (altro…)

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Non Solo Gay. Il PD, Rosy Bindi e l’apartheid dei diritti – Il Manifesto

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Di Aurelio Mancuso per il Manifesto – 19 Giugno 2012

Gay e PD, c’è posto, In serie B

Cosa ha davvero partorito la Commissione Diritti del Pd presieduta da Rosy Bindi? Un documento assai più arretrato delle prese di posizione della organizzazione statunitense che rappresenta le novemila madri superiori degli ordini religiosi femminili, delle aperture del cardinale Martini, dei Gesuiti, e così via. Un documento che tutto è meno una risposta a quel “non abbiate paura” pronunciato dal Papa polacco per sollecitare i fedeli all’incontro con Cristo. Dal punto di vista cristiano il documento Bindi è chiaramente schierato con i “ricchi” e assolutamente lontano dai “poveri”. Ancora una volta si sostiene un ben preciso teorema, ammantato di miti parole, e si propone l’apartheid dei diritti: da una parte c’è la famiglia sposata, possibilmente benedetta, dall’altra la richiesta di diritti “purtroppamente” emersi negli ultimi decenni, che certamente devono essere tutelati visti gli articoli 2 e 3 della Costituzione, ma che mai potranno ledere l’articolo 29 della Carta, usato con una lettura strumentale come una clava per affermare, che i gay sono meno degli etero. Da cattolico che ritiene, come la stragrande maggioranza dei miei fratelli e sorelle nella fede, che per fortuna viviamo in uno Stato laico, pluralista, in una società complessa e democratica, questi politici cattolici del Pd mi spaventano. (altro…)

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PD: Scalfarotto fa il furbo, critica Bersani sul matrimonio gay e poi appoggia un documento arretrato

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Quello che sta accadendo in queste ore nella Commissione diritti civili del PD ci indigna e conferma molte delle preoccupazioni che avevamo esternato nei giorni scorsi. A fronte di un messaggio del Segretario nazionale Pierluigi Bersani, che in modo chiaro proponeva le unioni civili, ovvero un istituto dedicato alle coppie gay cui riconoscere pari diritti e pari doveri, Ivan Scalfarotto vice presidente dell’Assemblea, oltre a sottrarsi alla dura discussione che sta avvenendo dentro la Commissione presieduta dalla Bindi, da una parte rivendica come unica soluzione il matrimonio, dall’altra tramite lettera inviata e letta in Commissione, sostiene il testo del documento in discussione, assolutamente più arretrato della proposta del Segretario. Insomma, ancora una volta si assiste a un triste teatrino alimentato da persone come Fioroni e Scalfarotto, che utilizzano un tema che riguarda milioni di persone per i propri scopi politici di posizionamento partitico. (altro…)

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