Tra le tante crisi che stiamo vivendo, sicuramente, ce n’è una che dalla classe dirigente italiana non è considerata degna di attenzione, e che invece contribuisce all’attuale fase di enorme difficoltà. Si tratta della scomparsa dal dibattito pubblico dei diritti civili e delle libertà individuali. In Italia le sinistre politiche, intellettuali e sociali non ritengono questo tema decisivo per il cambiamento, anzi come sappiamo, si giudica fastidioso, fonte di divisione da rimandare a tempi migliori (che non arrivano mai). Nel PD, è stata istituita molti mesi fa una commissione ad hoc presieduta da Rosy Bindi e nulla trapela sulla discussione in atto e i tempi per l’elaborazione di una proposta.  continua a leggere Per fortuna almeno su una questione, i diritti delle persone migranti, il PD ha preso posizione con chiarezza, impegnandosi fuori e dentro il Parlamento affinché sul voto e la cittadinanza, si facciano passi in avanti. Assai positiva anche la recente battaglia sull’abolizione della tassa per il rinnovo dei permessi di soggiorno, che è un balzello apertamente razzista e che colpisce chi è in difficoltà. Le sinistre, che siano riformiste o antagoniste, però non riescono a poco più di un anno dalla data fissata per le elezioni politiche, a occuparsi del fatto che fuoriuscire dalle crisi, significa occuparsi della modernizzazione della legislazione che riguarda l’organizzazione sociale, le relazioni familiari, la salvaguardia dei diritti dei minori, dei giovani e delle donne. Stupisce che Monti, che di Europa dovrebbe intendersi, abbia per ora fornito risposte di retroguardia, conservative di visioni ideologiche che non hanno alcuna rispondenza nella realtà. Aver per esempio introdotto una sorta di quoziente familiare nella nuova Imu, è un fatto grave, tanto più che i gruppi parlamentari del PD, avrebbero dovuto riflettere sul fatto che fare sconti alle famiglie sulla base del numero di figli senza agganciarli al reddito, si prefigura come una vera e propria ingiustizia. Vedremo quali proposte avanzerà il neo ministro alla famiglia (purtroppo declinata al singolare), certo è che avergli attribuito questa delega e quella sulle attività antidiscriminatorie togliendole alle Pari Opportunità e al Welfare, è un messaggio preciso: diritti civili e diritti sociali devono rimanere separati, perché  non si devono intrecciare in un progetto complessivo di riforma. Perché il PD, ma nemmeno le altre sinistre dentro e fuori il Parlamento, hanno taciuto? Illudersi che la questione dei diritti umani e civili potrà essere in quest’anno elusa, per poi poterla trattare con insufficienza nei programmi elettorali, significa perdere sempre più contatto con la società italiana.

quotidiano l’Unità 10 gennaio 2012 Aurelio Mancuso presidente Equality Italia

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