Ed ecco il Pride nazionale di Bologna, che dopo mesi di preparazione, iniziative e dibattiti, inevitabilmente è segnato dal dramma che si è abbattuto in una porzione importante dell’Emilia. Sarà, quindi, il Pride dei diritti civili, con i punti fermi della piattaforma rivendicativa che vanno dal matrimonio gay alla tutela dei bambini delle famiglie arcobaleno, passando dal contrasto dell’omotransfobia alla richiesta di poter dichiarare il proprio sesso di elezione senza dover subire interventi chirurgi demolitivi e/o ricostruttivi.

Un Pride, quest’anno di concreta solidarietà nei confronti delle vittime del terremoto, senza i gioiosi, colorati e musicali carri, ma con accompagnato dalle bande musicali di Bologna e dell’Emilia. Insieme ai gadget arcobaleno, saranno molte bancarelle, alla partenza in Porta Saragozza, luogo della prima storica sede del Cassero e all’arrivo in Piazza Maggiore, di prodotti tipici emiliani in vendita per raccogliere soldi per le zone destate, così come una parte dell’incasso della festa finale in quel di Parco Nord, sarà devoluto per la ricostruzione.

Insomma i gay, descritti dai cari amici della reazione italiota come narcisisti, egoisti, in cerca di piaceri effimeri e attentatori della famiglia, dimostrano (lo hanno già fatto tante volte, ma vincono sempre e solo i pregiudizi) nei fatti che i diritti civili sono una delle questioni nazionali, che se finalmente assunte dalla politica, insieme a tante altre emergenze, cambieranno l’Italia.

Nonostante il momento oggettivo di difficoltà di tenere alta l’attenzione su questi temi, dentro la comunità lgbt italiana, emergono differenti iniziative, s’intensifica un’agenda di proposte e azioni, anche in vista dell’appuntamento elettorale, cui molti nodi programmatici verranno al pettine. In questo senso c’è da segnalare che a Milano è stata presentata la campagna “Una volta per tutti” che promuoverà la raccolta di firme in calcio a una proposta di legge di Iniziativa Popolare dal titolo “Disciplina dell’unione civile, del patto civile di solidarietà e norme in materia di unioni di fatto”. In pratica si tratta di una proposta omnibus, che mette insieme la nascita di un istituto equipollente al matrimonio, sulla falsa riga delle leggi inglese e tedesca, riservato solo alle coppie gay, la riproposizione dei patti civili di solidarietà cui possono accedere coppie gay ed etero, e alla fine si introducono alcune norme anti discriminatorie per le coppie conviventi che non vogliono accedere ad alcun istituto di tutela giuridica.

L’iniziativa sostenuta nella sostanza da Pd, Sel, Idv, da diverse personalità della comunità lgbt (non dalle associazioni che pur non osteggiando l’iniziativa rimangono ancorate all’unica richiesta del matrimonio), nei fatti riattiva una campagna nazionale forte e tra l’altro sostenuta da una impresa americana di gelati che negli States si è impegnata a fondo affinché fossero approvate leggi sulle unioni civili.

Promotore della campagna è il Padova Pride Village, che con il suo presidente Alessandro Zan, ha proposto agli altri soggetti di avviare la campagna. Sicuramente dalla comunità e il movimento lgbt saranno proposte nei prossimi mesi altre iniziative, a sostegno della volontà di ottenere pari dignità e diritti, l’augurio che pur nelle differenti sfumature e proposte, l’intera comunità gay italiana si presenti consapevole che le prossime elezioni politiche saranno decisive, quindi, sono necessari spirito unitario e compattezza.

Intanto buon Pride a tutte e tutti, ricordando che dopo Bologna, il 16 giugno sarà la volta di Torino, il 23 giugno a Roma e Palermo, il 7 luglio a Viareggio.

Pubblicato su Gli Altri Online

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