Papa-Francescodi Aurelio Mancusosettimanale gli Altri venerdì 10 maggio 2013

Ricorre quest’anno il decimo anniversario della pubblicazione del “Lexicon – Termini ambigui e discussi su famiglia vita e questioni etiche”. Questo tomo, edito a cura del Pontificio Consiglio per la Famiglia e di cui estensione è stata coordinata da un gruppo di studiosi cattolici presieduti dall’allora potentissimo cardinale Alfonso Lopez Trujillo, è stato concepito con uno strumento rivolto agli educatori e docenti cattolici per contrastare l’avanzata delle libertà individuali e dei diritti civili nel mondo. Al di fuori dell’Italia l’opera scatenò roventi polemiche dentro e fuori la Chiesa. Nel nostro Paese, a parte un’indignata reazione del movimento omosessuale, per cui per esempio l’Agedo (associazione dei genitori di figli omosessuali) denunciò alla Procura della Repubblica il cardinale Trujillo, che però archiviò immediatamente il procedimento, quasi nessun media italiano ne ha voluto parlare né dare voce al dissenso rispetto a una pubblicazione oscurantista. L’intenzione di quest’abecedario sulla morale sessuale è quella di confutare, scegliendo ben settantasette temi, tutto l’impianto culturale, sociale, politico, scientifico,  condiviso soprattutto dalle democrazie occidentali, dalle istituzioni internazionali, persino dalle agenzie dell’Onu. L’esigenza di questa pubblicazione condivisa da molti cardinali, tra cui Ratzinger allora a capo della Congregazione per la dottrina della fede (l’ex Sant’Uffizio), è l’estrema visione di avversione puntuale rispetto alla modernità e in particolare sulla morale sessuale. continua a leggere Il Lexicon si concentra su tre questioni essenziali per il Vaticano: famiglia, ruolo delle donne, pratiche sessuali, omosessualità. A rileggerlo oggi, dopo dieci anni di amplia e pervicace repressione interna e puntuale opposizione in diversi Paesi e nelle istituzioni internazionali rispetto a ogni legge sui diritti civili, è giusto rilevare che tale fortezza del pessimismo sarà difficile smontarla. E’ per questo . che moltissimi spaventati alti prelati si affrettano a dire che nulla cambierà,  dopo l’elezione di papa Francesco, che certo conosce il Lexicon  e dovrà decidere  se confermare  la strada intrapresa da suoi due predecessori. “La vocazione al matrimonio è iscritta nella natura stessa dell’uomo e della donna, quali sono usciti dalla mano del Creatore” questa e molte altre affermazioni contenute nella premessa, fanno comprendere che non si tratta di un testo con cui si può dialogare, aprire un confronto tra cattolici, tra credenti e non credenti.  Per gli educatori cattolici è tassativo leggere, studiare e far propri concetti indiscutibili, quei “valori non negoziabili”, che hanno reso la Chiesa cattolica una monarchia assoluta, giustificando questo atteggiamento come necessario per combattere il relativismo etico in cui è immersa una società nemica, lontana dalle indicazioni curiali. Il gruppo che ha scritto il Lexicon condivide, siano studiosi laici o consacrati, che è necessaria una controffensiva inflessibile, che non cede e non concede. E se qua e là si tenta di addolcire i toni “Non è intenzione di questa iniziativa combattere o andare contro istituzioni e persone, ancor meno, fare imposizioni. Vorremmo piuttosto proporre, persuadere con amore, indirizzando verso la verità con rispetto, con la speranza che si instauri e si rafforzi un dialogo fecondo”, la vera intenzione emerge immediatamente con un’affermazione che è la vera sintesi di tutta l’operazione. “Si è denunciato il fatto che uno dei sintomi più preoccupanti dell’offuscamento morale è la confusione dei termini che porta a livelli estremamente degradanti quando essi vengono utilizzati, con freddo calcolo, per ottenere un cambiamento semantico, cioè del significato delle parole, in una maniera artificiosamente pervasiva. Questa incredibile capacità di mutazione semantica che mostra il vuoto di una antropologia, si manifesta anche nei concetti dei “diritti”, che diventano selettivi e capricciosi”. Insomma la Curia accusa, Stati, istituzioni internazionali, movimenti, partiti, società di promuovere battaglie civili, per ottenere, attraverso lo stravolgimento delle parole e dei concetti condivisi, cambiamenti e leggi che sono contrarie alla morale cattolica, allo stesso progetto divino. Quando fu mandato alle stampe, questa opera omnia dell’avversione sessuale della gerarchia cattolica, attirò su di se molte critiche tra i teologici più preparati, le organizzazioni educative sparse nel mondo tentarono di ignorare la guida, ma i suoi effetti nefasti si sono propagati soprattutto dentro il governo centrale della cattolicità, condizionato gli studi nei seminari, delle università, nella preparazione dei corsi di formazione. In Italia siamo in pochissimi, al di fuori delle Congregazioni, strutture educative cattoliche, ad aver avuto il coraggio di leggerlo, pagina per pagina, tentando di trovare veri concetti perlomeno di mitigazione. Non è stato possibile individuarne, per cui la divisione tra posizione curiale del mondo sulle libertà, le responsabilità personali e collettive, in materia di morale sessuale e il mondo democratico permane, in attesa di un cambiamento che forse per ora non giungerà. Tutte le reprimende comminate dalle gerarchie nei confronti di ordini religiosi, università e singoli teologi, si avvalgono di questo e altri studi. Già rammentare il decimo anniversario del Lexicon e delle sue drammatiche affermazioni, è per un cattolico una fatica immane, quasi una disperata constatazione di quanto siano stati devastanti i papati di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, pontificati così incensati anche dai giornalisti più esperti in storia della Chiesa e del Vaticano, evidentemente coerenti con il clima di questi ultimi decenni, dove ha trionfato il conformismo, uno dei disvalori più diffusi del relativismo cattolico.

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