calderoliSulle parole di Roberto Calderoli quasi tutto il mondo politico e intellettuale italiano sono scesi in campo per condannare, una volta tanto, con forza degli insulti non scusabili nei confronti di Cécile Kyenge.

Ha ragione la ministra dell’Integrazione, le offese di Calderoli non riguardano solo lei ma l’intero Paese, perché un vice presidente del Senato non può parlare in quel modo, rappresentando le istituzioni italiane. I leghisti in queste ore cercano di minimizzare l’accaduto buttandola sullo scherzo o rincarando la dose, infilandosi in un vicolo cieco che giustamente preoccupa anche il presidente della Repubblica. 

Cosa fare? Nessuno può fare dimettere Calderoli, perché i regolamenti parlamentari parlano chiaro, solamente lui dovrebbe sentire il dovere di lasciare, ma viste le nuove affermazioni della giornata odierna, il leghista non ci pensa proprio ad andarsene. I gruppi al Senato possono fare qualcosa, a cominciare da Pd e Sel, che hanno con fermezza chiesto al vice presidente di abbandonare la carica. Tutti i senatori che vogliono protestare nei confronti di un personaggio che ha inventato il porcellum, che ha rischiato di farci precipitare in un conflitto internazionale con i mussulmani, che continua a dileggiare il confronto democratico con trovate razziste e omofobe, devono abbandonare l’Aula quando tenterà di presiederla.

Non è più il tempo dei se e i ma, bisogna assumersi la responsabilità di non lasciare alcuno spazio politico e istituzionale a Calderoli, che in queste ore se la ride, soddisfatto per le sue schifose affermazioni, perché convinto che alla fine nulla cambierà, che potrà farla franca e che come accade spesso in questo Paese, tutto sarà dimenticato, fino al prossimo insulto. E’ così che Boso, Speroni, Salvini, diversi dirigenti locali, per finire al peggio del peggio, Borghezio, in questi anni hanno cosparso di veleno il confronto politico, tentato di accreditare la Lega come unico baluardo dei peggiori istinti purtroppo diffusi in alcune porzioni della società.

Non c’è nulla da ridere, laici e credenti non possono un giorno sperticarsi di complimenti per la visita di papa Francesco a Lampedusa e il giorno dopo far spallucce quando il leghista di turno incita all’odio razziale, colpisce personalmente avversari politici, cavalca i sentimenti discriminatori. Ed è una buona notizia che anche il Pdl in questa vicenda non abbia avuto tentennamenti nel condannare i deliri “scherzosi” di Calderoli. Ora le sinistre al governo e all’opposizione, il Movimento cinque Stelle e tutti gli altri possono dimostrare concretamente che un certo limite non può essere superato, uscendo compatti dall’Aula del Senato, finché Roberto Calderoli indegno vice presidente del Senato, tenterà di presiedere l’istituzione democratica che gelosamente deve far rispettare l’articolo tre della Costituzione.

 

Kyenge: parole leghiste inaccettabili. Pd, Sel e M5S lascino l’aula del Senato | Gli Altri Online.

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