omofobiaIeri sera ho assistito insieme con altri esponenti del movimento lgbt al dibattito in Aula di avvio dell’iter della proposta di legge su omofobia e transfobia. Ascoltare dal vivo i dibattiti parlamentari, a parte il fastidio di non potersi quasi muovere in tribune per il pubblico scomode e sorvegliate a vista, hanno un sapore preciso, perché si possono notare i movimenti dei vari deputati, cogliere sfumature, comprendere il clima in cui si svolge il confronto. La prima impressione di una notturna dedicata a un tema così importante è stata che tre gruppi, pur con differenze e anche qualche vistoso contrasto, sono davvero impegnati a portare a casa una buona legge sull’omofobia e transfobia: Pd, Sel, Movimento 5 Stelle. Il Pdl (a parte il co relatore Leone) sembra attendere il momento del voto sugli emendamenti per esprimere un orientamento, nel frattempo hanno parlato solo gli esponenti contrari al provvedimento, prima fra tutti la Roccella, che ha dato il peggio di se. Scelta Civica non ha una posizione ufficiale e quindi, anche in Aula sono intervenuti esponenti a favore e quelli contrari, tra cui l’algida Paola Binetti che ha potuto sfogare tutta la sua avversione rispetto a una legge che ha contribuito ad affossare già nella scorsa legislatura.continua a leggere Della Lega è inutile parlare, gli argomenti portati sono talmente assurdi, che l’unica osservazione possibile è che coerentemente da anni conduce una battaglia contraria a ogni riforma civile. I deputati di M5S sono intervenuti con diversi esponenti e con forza per difendere la necessità che il provvedimento approdato in Aula, sia modificato, che si ritorni alle diciture “orientamento sessuale e identità di genere” più certe dal punto di vista giuridico rispetto a “omofobia e transfobia”, e che siano previste le aggravanti come per le altre categorie tutelate dalla legge Mancino. E’ utile che, al netto delle asperità pubbliche, i 5 Stelle proseguano anche con gli emendamenti la loro battaglia, perché sul punto essenziale delle aggravanti anche il movimento lgbt ritiene che ci debba esser parità di trattamento nella legge, al contrario s’introdurrebbe un’odiosa discriminazione all’interno di un testo che si dovrebbe occupare appunto di contrasto alle discriminazioni. Pd e Sel hanno assicurato di voler migliorare il testo, proprio sulla questione delle aggravanti, e qualificati e ottimi sono stati gli interventi (oltre a quello del relatore Ivan Scalfarotto) di Alessandro Zan e di Ileana Piazzoni di Sel, di Barbara Pollastrini, di Giuseppe Civati (unico tra i supposti candidati alla segreteria Pd a esser rimasto fino alla fine della seduta notturna), di Michela Marzano del Pd. Nella sostanza l’impressione è che se il governo dura, a settembre la legge potrebbe esser approvata. Rimangono in piedi due incognite: la prima riguarda un emendamento presentato dai cattolici di Pdl, Pd, Scelta Civica che intende precisare che non si può esser perseguitati sulla base dei propri convincimenti e opinioni personali (emendamento pleonastico dal punto di vista giuridico, ma insidioso politicamente perché sotto intende affermare che la chiesa ha libertà di dire che i gay sono malati ecc.). La seconda questione attiene all’estensione delle aggravanti penali anche per omofobia e transfobia, senza le quali si produrrebbe un effetto anti costituzionale, per cui si ritengono differenti le tutele delle categorie sociali individuate. Se ne riparlerà a settembre, e non sfugge a nessuno che l’approvazione della legge sarebbe un primo passo, è ora importante concentrarsi sui punti sostanziali e portare a casa il miglior risultato affinché la legge possa approdare speditamente al Senato e esser definitivamente licenziata nel più breve tempo possibile.

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