Omosessuali, rom, disabili le vittime senza nome dell’Olocausto
Eccidi dimenticati. Sperimentazioni a lungo negate, per lo più su bambini. Accanto agli ebrei, sono centinaia di migliaia le persone morte nei campi di sterminio nazisti. Alcune associazioni stanno provando a dar loro un volto e una voce
Aktion T4, Porrajmos e Omocausto. Hanno un nome, quelli che in molti definiscono gli Olocausti dimenticati. Disabili, rom e omosessuali sterminati durante gli anni del nazismo, grazie anche al ruolo svolto dai regimi fascisti collaborazionisti.
Spesso non hanno più un volto e una voce, perché furono in pochi a sopravvivere ai folli piani di sterminio messi in atto da Hitler e a poter, quindi, trasmettere quella Memoria, fondamentale per tramandare le atrocità commesse dall’uomo. Anche la matematica dell’orrore, quella che dovrebbe documentare e far comprendere nella sua brutalità numerica, con le cifre delle persone morte, la portata di questo sterminio, deve fare i conti con documenti fatti sparire o con (è il caso dei rom) l’assenza di una tradizione scritta. Oppure, come avviene per i gay, con la negazione della loro omosessualità, anche dopo la liberazione dai campi di concentramento.
VIDEO – “Io, tra i malati da sterminare” 1



UN MATRIMONIO gay celebrato in un convento. Due uomini che convolano a nozze, tra la gioia delle suore e del sindaco. Una scena che RaiUno ha deciso di censurare, non mandando in onda un’intera puntata di Un ciclone in convento, la serie tedesca trasmessa in Italia dal 2004. Ieri mattina, infatti, al posto dell’ottava puntata, intitolata “Romeo e Romeo” (e incentrata appunto sulle nozze omosessuali), si è deciso di mostrare il meno problematico “Un nonno mitico”. 



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