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L’arcipelago lgbt deve uscire dal vittimismo – settimanale gli Altri

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bandiera rainbowForastico a qualsiasi moda rottamatrice che sta trasformando il dibattito pubblico in una sorta di gioco circense dell’antica Roma, e rammentando che il movimento lgbt italiano è l’unico che dai primi anni ’70, con alterne fortune, atti eroici, diffuso ostracismo da parte della classe politica, durissima opposizione della chiesa cattolica, è giunto fino a noi con una forza sociale molto importante, voglio spiegare perché a mio avviso, va completamente riorganizzato. Più che un movimento, l’arcipelago lgbt, è una rete plurale e territorialmente presente anche in piccole realtà e, dalla metà degli anni ’90 ha fatto un gran salto di irrobustimento e capacità di prendere la parola sui mass media. Analisi liquidatorie e poco informate (purtroppo anche nella collettività lgbt la memoria è labile) dipingono i due ultimi decenni come una lunga sequela di sconfitte. Invece l’esplosione della visibilità lgbt, con il World Pride del 2000 (che provocò molte polemiche interne al movimento) ma che Imma Battaglia seppe trasformare nella più grande risposta laica e libertaria alle interdizioni vaticane che non volevano alcuna manifestazione nella Capitale nell’anno del Giubileo, ha vinto nella società, espresso negli anni successivi una vivacità aggregativa e culturale molto importante. (altro…)

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“Love is Right”, in piazza contro l’omofobia – video repubblica.tv

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“Love is Right – Diritti senza compromessi”. Il video promuove la manifestazione nazionale di sabato 7 dicembre in piazza dei Santi Apostoli, a Roma, per chiedere l’uguaglianza dei diritti per le persone gay, lesbiche e transessuali. Le associazioni che compongono il movimento Lgbt (Agedo, Arcilesbica, Arcigay, Certi Diritti, Equality Italia, Famiglie Arcobaleno e Mit-Movimento Identità Transessuale) hanno scelto di scendere in piazza per rivendicare un sistema di leggi che garantisca le libertà, l’autodeterminazione e i diritti civili.
Testimonial della campagna Claudia Gerini, Valeria Solarino, Giulia Michelini, Anna Falchi, Chiara Caselli, Marco Cocci, Giorgio Marchesi, Alessandro Tiberi, Fabrizio Falco, Filippo Nigro, Alessandro Roja, Michele Venitucci, Andrea Napoleoni, il regista del video è Marco Simon Puccioni

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Equality Italia: pestaggio di sette ragazzi gay. Fornero batta un colpo

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Nell’esprimere all’amico Marco Coppola, della Segreteria nazionale di Arcigay e ai sei ragazzi la nostra solidarietà e vicinanza ci rivolgiamo ancora una volta al ministro Elsa Fornero, affinché finalmente batta un colpo e si esprima con chiarezza rispetto alla violenza ai danni delle persone lgbt. Non è possibile che un governo in carico, sia così afono rispetto a quello che sta accadendo nel Paese. Da una parte le persone e le coppie gay finalmente sono emerse dalla clandestinità e vivono alla luce del sole, dall’altra sono soggette di aggressioni e violenze. Chiediamo inoltre al SILB, il sindacato dei locali da ballo italiani, di assumere immediate iniziative nei confronti dei gestori del locale di Varese dove è avvenuta la vile aggressione da parte della security. Siamo certi che i responsabili saranno prontamente individuati, purtroppo la legge Mancino non contempla i reati d’odio nei confronti delle persone lgbt, e, quindi, i colpevoli non saranno condannati con una pena certa e giusta.

Aurelio Mancuso presidente Equality Italia

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Africa, Ban Ki Moon chiede di rispettare i diritti dei gay – Repubblica.it

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Il segretario generale dell’Onu, a pochi giorni dall’uccisione in Uganda di un attivista omosessuale, lancia un monito ai Paesi del continente contro le discriminazioni su base sessuale. In Italia le associazioni chiedono un impegno del nostro governo

A POCHI giorni dal primo anniversario della morte di David Kato, l’attivista gay barbaramente ucciso in Uganda, il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, lancia un monito ai Paesi africani, in difesa dei diritti delle persone omosessuali. Lo fa parlando ad Addis Abeba, durante il 18° summit dell’Unione africana, di fronte ai capi di stato e di governo di Paesi in cui i gay non solo non vengono tutelati, ma possono anche essere uccisi. Nella stragrande maggioranza degli Stati, l’omosessualità è un reato, e le persone Glbt rischiano il carcere. Le violenze (oltre alle discriminazioni) sono spesso incoraggiate dalla stampa locale ma anche dai leader politici. Le eccezioni sono poche: una di queste è rappresentata dal Sud Africa (quando, qualche giorno fa, il re degli Zulu ha insultato i gay, è stato ripreso dal presidente sudafricano, che ne ha preso le distanze).

 La discriminazione sulla base dell’identità sessuale “è stata ignorata o perfino approvata da numerosi Stati per troppo tempo”, ha sottolineato oggi il numero uno dell’Onu. “Questo ha spinto i governi a trattare le persone come cittadini di seconda classe, o perfino come criminali. Combattere queste discriminazioni è una sfida, ma non dobbiamo abbandonare le idee della Dichiarazione universale dei diritti umani”. (altro…)

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