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Caro Monti, ma quale consenso? Sembri il duce

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Egregio presidente del Consiglio Mario Monti,

la dichiarazione di oggi, secondo cui, lei ha il consenso e i partiti no, è una bella scivolata nell’autoritarismo più becero. Noi cittadine e cittadini italiani, ogni giorno malediciamo i partiti che votiamo o che non riusciamo a votare, ma ci ricordiamo che esiste una Costituzione che affida a questi strumenti essenziali per la democrazia, un compito preciso: organizzare le idee e le aspirazioni delle persone e cercare di renderle concrete attraverso il lavoro istituzionale, primo fra tutti quello legislativo.

Insomma, non vorremmo renderle la giornata difficile e amara, ma lei non ha ricevuto un voto popolare, è assurto alla carica di presidente del Consiglio, nel pieno rispetto delle disposizioni costituzionali, forzando politicamente un quadro parlamentare certamente debole e inadeguato, pur sempre legittimato a sostenere un governo, che a noi non piaceva, eletto democraticamente dal popolo.  continua a leggere

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Gay, troppi no anche nel Pd – Europa

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Il dibattito che si è sviluppato sulle pagine di Europa, dopo il voto al parlamento europeo sul matrimonio gay, cui le due importanti esponenti del Pd Patrizia Toia e Silvia Costa hanno espresso parere negativo, si è poi arricchito della sentenza della corte di cassazione, che per la prima volta in Italia esprime due concetti importanti. Il matrimonio non può più limitarsi all’unione tra persone di sesso diverso, le coppie gay sono famiglia e soggette al riconoscimento giuridico.Il dibattito è aperto, e ciclicamente si approfondisce, registra importanti prese di posizione e volontà di conoscenza reciproca. E proprio questo confronto, che le due parlamentari europee chiedono si debba sviluppare dentro il Pd, sarebbe tanto urgente visto che manca un anno alle elezioni politiche e il maggior partito d’Italia non può giungere impreparato e soprattutto diviso. Accettando la sfida delle due esponenti politiche e condividendo parola per parola l’argomentare dell’onorevole Anna Paola Concia, che ha spiegato quali sono le determinazioni scientifiche anche in materia di figli nati in famiglie omosessuali, e quale significato assumono le sentenze delle corti costituzionale e di cassazione, vorrei aggiungere due elementi alla discussione. continua a leggere

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Cara Fornero, #nocoppiediserieB. L’appello per i diritti dei gay di Vanity Fair

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Vanity Fair lancia un appello al ministro del Lavoro a favore dei diritti delle coppie omosessuali. Tra i firmatari Raoul Bova, Saviano, Geppi Cucciari, La Pina, Don Ciotti, Paola Concia, Alessandro Benetton, Milena Gabanelli, Marco Materazzi, Mina, Francesco Vezzoli. Firma anche tu, scrive  una mail. E condividi l’hastag su Twitter.

Spett. ministro Fornero,

ci rivolgiamo a Lei in quanto titolare del dicastero del Lavoro e delle Politiche sociali con delega alle Pari Opportunità. L’Italia, assieme alla Grecia, è l’unico Paese dell’Unione Europea a non offrire alle coppie omosessuali alcuna opzione: né matrimonio né patto civile. Si crea così una palese disparità tra le coppie conviventi a seconda dell’orientamento sessuale. Questa disparità porta a gravi ed evidenti discriminazioni che vanno a toccare diritti fondamentali di ogni cittadino: dalla possibilità di assistere il compagno/la compagna ricoverato/a in ospedale alla presenza nell’asse ereditario. Con l’attuale assetto legislativo, le coppie eterosessuali possono decidere di sposarsi e dunque accedere ai diritti di cui sopra; se scelgono diversamente sanno che non ne godranno. Questa possibilità di scelta è invece preclusa a tutte le coppie omosessuali: a loro l’accesso a quei diritti è sempre e comunque negato.

Vanity Fair e i firmatari di questo appello la invitano quindi a farsi carico del problema, e a portarlo all’attenzione del governo di cui fa parte

Alessandro Benetton, imprenditore

Raoul Bova, attore

Don Luigi Ciotti, sacerdote

Paola Concia, deputato

Geppi Cucciari, comica

Milena Gabanelli, giornalista

Marco Materazzi, calciatore

Mina, cantante

La Pina, deejay

Roberto Saviano, scrittore

Francesco Vezzoli, artista

Franco Grillini, giornalista

Ivan Scalfarotto, politico e consulente

Aurelio Mancuso, giornalista

 Vuoi aggiungere anche la tua firma? Siamo già in mille.
Scrivici una mail con il tuo nome e cognome, età. luogo e data di nascita, occupazione all’indirizzo redazioneonline@vanityfair.it

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‘Codice rosa’ al pronto soccorso nella regione Toscana per le vittime di violenza

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Nel 2010 e’ partito a Grosseto, dove la sperimentazione e’ durata due anni. Dall’inizio del 2012 si e’ esteso ad altri quattro pronto soccorso: Arezzo, Prato, Lucca e Viareggio. E progressivamente si allarghera’ a tutti i pronto soccorso della Toscana. Il ‘‘codice rosa” e’ un percorso di accoglienza riservato alle vittime di violenza: donne, ma anche bambini, anziani, omosessuali, extracomunitari. Vede in azione una task force multidisciplinare composta da operatori sanitari e forze dell’ordine. In Toscana, unica Regione ad averlo attuato, finora il codice rosa ha prestato soccorso a circa 1.000 vittime di violenza. L’assessore regionale al diritto alla salute Daniela Scaramuccia presentera’ i primi risultati della sperimentazione condotta a Grosseto e nelle altre quattro Asl toscane, nel corso di una conferenza stampa che si terra’ domani, mercoledi’ 7 marzo, alle ore 13, a Firenze nella Sala Stampa di Palazzo Strozzi Sacrati, piazza Duomo 10. Con l’assessore prenderanno parte alla conferenza stampa Francesco d’Andrea, avvocato della Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Firenze, Vittoria Doretti, medico della Asl 9, responsabile della task force del codice rosa di Grosseto, e Bruno Cravedi, direttore generale della Asl 4 di Prato. Nel corso della conferenza stampa si parlera’ anche del corso di formazione riservato agli operatori del codice rosa. Ai giornalisti verra’ distribuito il libro ”Codice rosa. Il magico effetto domino”, scritto da Giuseppe Meucci, Vittoria Doretti e Giuseppe Coniglio, edito da Pacini, sull’esperienza della task force di Grosseto. (fonte Adnkronos)

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Caro Dalla, io ti difendo

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In queste ore migliaia di persone sono in fila a renderti omaggio, nella tua bella Bologna, la città che tu vivevi appieno. A volte, com’è capitato anche a me un sabato notte, ti si poteva incontrare semplicemente in un bar a fare battute e proporre brevi ficcanti ragionamenti. Su alcuni siti e sui social network girano biografie più o meno bislacche, sulle tv nazionali prevale l’agiografia. Sono certo per quel poco che ho compreso ammirandoti come fan e come estimatore delle tue prudenti eccentricità, che starai ridendo di gusto, soprattutto nei confronti dei soliti avvoltoi, che vogliono dire la loro sulla tua sessualità, sulle tue stravaganze, sulle tue riservatezze. (altro…)

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Sogni per il 2012: mi piacerebbe un bel Pride a l’Aquila

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Inizio oggi una serie di articoli in previsione del 2012, e il primo lo dedico a l’Aquila, città martorizzata dal terremoto, che sembra dimenticata da tutte e da tutti. Una città dove il diritto a una ricostruzione che non è solo abitativa, sembra ancora negato; un luogo fantasma hanno detto alcuni giornalisti, che hanno tentato di riportare l’attenzione su una terra, una popolazione, una storia millenaria, che è oggi sospesa tra volontà di ricominciare e la paralisi determinata dalla scarsità di fondi, dalla burocrazia, da una certa indifferenza della politica. (altro…)

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