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Domani giornata dell’orgoglio bisex e pubblicazione da hacker della lista dei politici omosessuali

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Domani sara’ la giornata mondiale dell’orgoglio bisessuale ma in Italia questo avvenimento, che viene festeggiato ogni 23 settembre da quando l’Ilga (International lesbian andgay association), 12 anni fa, accosto’ questa ricorrenza alla scomparsa di Sigmund Freud, primo studioso a trattare il tema della bisessualita’, passera’ quasi inosservata. “Il nostro paese e’ agli albori su queste tematiche sia dalla parte del mondo eterosessuale che guarda a queste cose con una certa omofobia, sia a volte anche da quello gay che considera la bisessualita’ come un espediente per non dichiarare apertamente la propria omosessualita'”. continua a leggere

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Può un infermiere ignorare l’omosessualità? – Calabria ora venerdì 20 aprile 2012

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Editoriale di Aurelio Mancuso

Gli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria hanno annunciato provvedimenti disciplinari nei confronti degli operatori sanitari che si sarebbero lasciati andare a giudizi pesanti nei confronti del ragazzo gay aggredito qualche giorno fa. Bene, vedremo quali saranno questi provvedimenti, se il tutto non si risolverà con qualche labile richiamo e inutile lavata di capo. Il tema però è un altro e riguarda la formazione culturale e pure normativa di operatori che per funzione dovrebbero conoscere da una parte le determinazioni scientifiche in materia  di orientamento sessuale e dall’altra le leggi italiane. (altro…)

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Abolizione articolo 18 estenderebbe razzismo e omofobia

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Uno degli aspetti di cui si parla assai poco quando si affronta la discussione sull’articolo 18, è che grazie a questa norma e alla Direttiva Europea 78/2000 che ne rafforza il senso e suoi recepimenti, in Italia non è possibile licenziare, tutte quelle persone che sono purtroppo soggette di maggiori discriminazioni, tra cui le persone omosessuali e transessuali. Non entrando nel merito del confronto aperto tra le parti sociali e il Governo, sulla riforma del mercato del lavoro, Equality Italia intende però segnalare, che anche in una logica di riorganizzazione delle tutele e di una loro estensione, non si possa non tenere conto di un aspetto concreto che riguarda migliaia di lavoratrici e di lavoratori, che attiene alle discriminazioni che subiscono sul posto di lavoro in ragione della propria condizione d’età, di genere, di provenienza nazionale, convinzione religiosa o filosofica, disabilità, orientamento sessuale e identità di genere. Chiediamo, quindi, al ministro Elsa Fornero, ai sindacati e agli imprenditori, di mantenere alta l’attenzione sul fenomeno delle discriminazioni sul posto di lavoro, così come indicato nelle Direttive europee nel Trattato di Lisbona.
Aurelio Mancuso presidente Equality Italia

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Adinolfi sbaglia

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Aurelio Mancuso

Quotidiano Europa sabato 20 agosto 2011

L’editoriale di Mario Adinolfi di ieri intitolato “Se la Gmg era un Gay pride”, mi fornisce l’occasione per aprire un confronto con una testata giornalista che è punto di riferimento di un’area precisa del Pd. Da cattolico gay proveniente dalle esperienze delle comunità cristiane di base, ho imparato nei decenni di riflessione, conflitti interni ed esterni alla Chiesa, di non rinunciare mai all’esposizione delle mie idee, allo stesso tempo di rifuggire da atteggiamenti proclamatori. Conoscendo gli scritti provocatori dell’editorialista in questione, che sui social network, sembra coltivare un’ossessione nei confronti delle persone lgbt eviterò faticose polemiche. Ciò non significa che non m’interessi il suo punto di vista, così immerso nel mare degli stereotipi e delle semplificazioni, e appunto per questo evocativo di un atteggiamento. Continuo a non comprendere, l’esercizio che molti cattolici praticano sui mass media, in politica, nelle reti sociali, di contrapporre le persone gay alla tenuta sociale e morale del Paese. Questa esasperazione, certamente alimentata da un’attenzione negativa da parte delle gerarchie cattoliche nei confronti dell’omosessualità e delle persone omosessuali, genera reazioni e conflitti. E’ avvenuto la scorsa settimana a Madrid, ma non è una novità, il cosiddetto “neoanticlericalismo” è oggettivamente in aumento, accompagnato anche da un’evidente secolarizzazione. A differenza di tanti leader e militanti gay e dei diritti civili, ritengo che interloquire con la Chiesa cattolica sia utile, non sul terreno teologico, ma su quello pubblico. La gerarchia interviene, con potente insistenza e utilizzo di tutti i mezzi comunicativi e di aggregazione che ha a disposizione, per contrastare le leggi sulle Unioni Civili, Pacs, matrimoni gay (strumenti assai differenti fra loro), così come sul testamento biologico, le tecniche di fecondazione assistita e così via. Quel suo essere caposaldo di valori certi, che si contrappongono al cosiddetto relativismo (su cui ampiamente si dovrebbe discutere iniziando da quello cattolico), la sospingono a esser percepita come strumento attivo di azione politica. Un’organizzazione che ha attraversato i secoli oscillando tra il martirio e contiguità con i poteri temporali (fino a divenirne essa stessa, per troppo lungo tempo, uno dei più importanti) può lamentarsi rispetto alle manifestazioni di dissenso? Non credo che il Papa e i Cardinali siano preoccupati delle contestazioni. Ciò che può rendere inquieti è costatare che nonostante i grandi sforzi, il tema della libertà individuale, accompagnato alla responsabilità, riscuote anche dentro il popolo di Dio un vasto e ragionato consenso. Come fu scritto nel giugno 2008 dall’importante rivista dei Gesuiti italiani Argomenti Sociali: “Il riconoscimento giuridico del legame tra le persone dello stesso sesso, quale presa d’atto di relazioni già in essere, trova la sua giustificazione in quanto tale relazione sociale concorre alla costruzione del bene comune”. Il lungo studio pubblicato richiama nelle sue conclusioni la necessità che i politici cattolici di riconoscere questi legami. Sui temi della morale sessuale, i legami e le relazioni sentimentali, il confronto è, quindi, aperto, lungi dal poter esser conchiuso dalle pur importanti prese di posizioni della gerarchia. Comprendo e do voce alla rabbia che milioni di persone lgbt nutrono nei confronti delle continue offese e discriminazioni ad opera di tanti uomini di Dio, allo stesso tempo è sul terreno pubblico che voglio incontrare le tante e i tanti politici cattolici, che prima di tutto hanno la responsabilità di promuovere leggi a sostegno del bene comune, quindi, anche per le persone lgbt.

 

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Il consulente di Obama incorona Genova città dei diritti

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Repubblica ed Genova – 03/05/2011 – di Donatella Alfonso

«Non c´è differenza tra i diritti civili: sono comunque di tutti, che si tratti di bianchi e di neri, di omosessuali o altro. Per questo bisogna lottare. Il presidente Obama ha dato la certezza che le libertà garantite dalla Costituzione americana devono sempre essere rispettate. Questa è la cosa più importante». Stuart Milk, avvocato americano consulente di Barack Obama in campagna elettorale per i diritti civili, ha raccolto l´eredità militante dello zio Harvey Milk, il politico bandiera dei diritti civili dei gay che nel 1978 fu assassinato insieme al sindaco di San Francisco George Moscone (la vicenda raccontata da Sean Penn nel film Milk). Lui, l´avvocato che ha fondato e presiede la Harvey Milk Foundation, a difesa di tutti i diritti civili, inizia da Genova, città dei diritti, un viaggio italiano, con il quale insieme al movimento Equality Italia guidato da Aurelio Mancuso, si sensibilizzi il mondo politico proprio sulla necessità di dare voce ai diritti civili, come si è ripetuto nell´incontro di ieri sera a Palazzo Tursi. E Marta Vincenzi, ha chiarito Mancuso – un aereo in ritardo ha impedito l´incontro a quattr´occhi tra Milk e la sindaco – «non solo fa parte del comitato d´onore di Equality Italia, ma ci ha chiesto di collaborare a riflettere, in vista dell´adozione del nuovo piano regolatore, sulla città dell´opportunità».

 

Genova e i diritti civili “Il luogo delle opportunità”

“Il luogo delle opportunità” Stuart Milk: “Ecco dov´è la forza di Obama”

Il militante per le libertà civili ieri a Tursi. Mancuso: da qui un impegno contro l´omofobia

Cos´è la città delle opportunità? «Una città in cui si tenga conto anche delle diverse famiglie, i tanti single, le coppie di fatto gli studenti, chi ci vive per un periodosoltanto: e quindi le varie necessità che tutti portano – risponde Mancuso – Alla Vincenzi daremo, quindi, le nostre riflessioni per disegnare una città che sia a misura di tutti». Ma Genova, che ha dimostrato la sua apertura al movimento LGBT con il gay pride del 2009, si pone anche come città contro l´omofobia: una nuova campagna contro tutte le discriminazioni, non solo quelle relative al genere sessuale, sarà sostenuta anche dal Comune, ha garantito la sindaco, insieme ad altri comuni italiani e a diversi soggetti, associativi e anche politici, confidano ad Equality Italia. Stuart Milk, intanto viaggia per il mondo, tiene conferenze, assiste e difende le associazioni per i diritti degli omosessuali, spiega agli studentiquale sia stata l´importanza dell´azione dello zio, quarant´anni fa; e con grande commozione, al di là di aver fatto parte del suo staff, ha ricevuto da Obama la Medal of Freedom , la Medaglia della Libertà, alla memoria dello zio.«Mi fa piacere essere accolto qui a Genova, che so che ha voluto definirsi città dei diritti – spiega Milk – certo, è un intento importante, ma resta molto da fare».E non soltanto, ricorda l´attivista americano, per quanto riguarda il riconoscimento del matrimonio gay, che la California aveva deciso di abolire sottoponendo poi il tema ad un referendum popolare che l´ha ristabilito: «Insomma, quello in fondo è un tema che riguarda il 2-3% della popolazione.

Ma i diritti civili sono altro. Anche negli Stati Uniti: ricordiamoci che ancora negli anni ´60 in Virginia bianchi e neri non potevano viaggiare insieme sul bus, che c´era una separazione tra le persone – aggiunge Stuart Milk – E questo anche se esistono leggi che garantiscono gli stessi diritti a tutte le persone». L´elezione di Barack Obama, di cui è stato collaboratore in campagna elettorale, ha cambiato ancora l´America , ha dato la possibilità di avere nuove leggi, ancora più garantiste? «Io penso che non ci sia bisogno di nuove leggi, semplicemente di far applicare quelle che già esistono – ribatte Milk – E in questo caso l´azione di Obama è stata formidabile. Non ha fatto altro che rinforzare la Costituzione…».

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