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La Fede: un ponte tra oriente e occidente: progetto del VI° Municipio di Roma

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di Aurelio Mancuso

IMG_2227Nelle periferie di Roma è più chiaro comprendere come la nostra società sia mutata nel giro di pochi anni. Dalle parti di Tor Bella Monica, che fa parte di quel vasto territorio che burocraticamente è descritto come il VI Municipio – Le Torri, convivono decine di etnie, differenti religioni e convinzioni filosofiche, ed è da qui e altri enormi agglomera, della città che può partire una riflessione e un’azione di concreta volontà di dialogo, di mediazione culturale, necessarie a non nascondere i conflitti, a tentare di assumerli e convogliarli in fruttuose occasioni di incontro. IMG_2221Qualche giorno fa, con grande dispiacere non ho potuto partecipare a un convegno dal titolo “La fede: un ponte tra oriente e occidente” cui hanno portato il loro saluto istituzionale Khalid Chaouki deputato del Pd da anni impegnato sui temi delle cittadinanze, l’assessore alla scuola, memoria, partecipazione e giovani di Roma Capitale Paolo Masini e il presidente del VI Municipio Marco Scipioni. Masini ha sottolineato come il cammino interreligioso sia necessario per attivare quella conoscenza utile a spazzare via ogni forma di discriminazione, mentre il presidente del Municipio ha rammentato il lavoro che l’istituzione territoriale svolge per promuovere un’attività di conciliazione delle differenze e di valorizzazione delle culture che vivono nel territorio. (altro…)

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Zoff: “Boschi Cheerleader”. E la sen. Puppato sta zitta

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maria_elena_boschidi Aurelio Mancuso il Garantista 28 febbraio 2015

Dove metteresti la Boschi in una squadra ideale dei politici? A La Boschi? “A fare la cheerleader” così ha risposto Dino Zoff in collegamento telefonico con la trasmissione radiofonica del servizio pubblico “Un giorno da pecora”. I maschi naturalmente almeno in panchina, in difesa, centro avanti e attacco. Ospite della puntata la senatrice del Pd Laura Puppato, che non ha avuto nemmeno un sussulto di fastidio, anzi muta ha continuato a commentare gli altri posizionamenti maschili nella formazione ideale dell’allenatore della nazionale. Non stupisce che da un anno schiere di giornalisti e politici non perdano l’occasione per fare a fette Maria Elena Boschi e, con lei Marianna Madia e Federica Mogherini, ree di essere donne, belle, quindi inesperte miracolate dalle concessioni di Renzi. Delle asservite sciocchine, si accusa da più parti, soprattutto a sinistra, funzionali a imbellettare il maschilismo del capo. (altro…)

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Riconoscere lo Stato di Palestina: un errore aumenterebbe la tensione in Medio Oriente

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israel-palestineIl Garantista sabato 21 febbraio 2015

di Aurelio Mancuso
A cosa concretamente serve la mozione che molti gruppi e pezzi di partiti vogliono votare a tutti i costi per chiedere al governo italiano di avviare la procedura di riconoscimento dello Stato Palestinese? A immettere ulteriore tensione in un medio oriente di cui, colpevolmente, da anni ci siamo disinteressati. Come italiani ci dovremmo domandare perché, oltre a registrare il precipitare nell’estremismo il confronto tra israeliani e palestinesi, la nostra richiesta, collegata all’insipienza della diplomazia europea, sarebbe oggi utile. A breve Israele andrà al voto, a causa di una instabilità politica che dura da molto tempo e, che indica come la classe dirigente di quel paese, sia inadeguata ad affrontare il mutare impetuoso dello scenario internazionale in cui la strumentalizzazione dell’elemento identitario islamico è sfuggito di mano a tutti i paesi arabi, da quelli considerati dall’occidente “moderati”, che però finanziano movimenti di destabilizzazione politica e militare funzionali a mantenere posizioni di potere, a quelli dichiaratamente integralisti, ora preoccupati di aver sollecitato un’escalation di frammentazione ingestibile. Il tutto aggravato dal fallimento dell’illusoria “primavera araba” e dall’aver pensato che cacciati alcuni dittatori sanguinari si sarebbe potuto, da parte delle potenze occidentali, gestire meglio lo scacchiere mediorientale, salvo poi non mettere in campo un minimo di decente strategia. (altro…)

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Vietare il presepe alimenta il razzismo

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Il presepe non basta, ma nasconderlo è una cosa sbagliata – Il Garantista 7 dicembre 2014

presepe1di Aurelio Mancuso

Alcuni episodi di rinuncia di allestire addobbi natalizi si erano già registrati in scuole dell’infanzia ed elementari italiani, legati alla ragione di non urtare la sensibilità dei bambini e genitori di altre fedi. A Bergamo, il dirigente scolastico dell’istituto comprensivo De Amicis ha pensato bene, e non è il primo anno, che trovandosi a gestire una scuola con il 30 per cento di stranieri (in alcune classi sono oltre il 50%) che bisognasse sottrarre e non condividere e ampliare. La neutralizzazione delle identità e delle tradizioni è una forma di razzismo culturale che purtroppo in alcuni casi è stato anche sposato da diversi intellettuali di sinistra, in Italia, per non parlare della Francia e in altri Stati. La risposta indignata di molti genitori italiani è stata prontamente sfruttata dal leghista Matteo Salvini, che dei sentimenti religiosi cristiani non è un verace sostenitore, ma che ha fiutato l’aria di un’immedesimazione tra la sottrazione del festeggiamento natalizio e il suo slogan “prima di tutto gli italiani”. Così due negazioni del possibile incontro e conoscenza delle esperienze tra popoli e culture, s’incontrano e creano a conflitti che sono inesistenti. Son certo che alcun genitore (così com’è avvenuto in passato) musulmano, o ebreo, o agnostico abbia pressato il preside bergamasco affinché la sacra famiglia, il bue e l’asinello, la capanna impreziosita all’aurea cometa, fossero immagini evitate alla sensibilità dei propri figli. (altro…)

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“Cari gay e lesbiche, possiamo ragionare senza ideologie?” – Il Garantista

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LOGO-GARANTISTA-450Di Aurelio Mancuso

So di aprire un conflitto di cui molte e molti non vorrebbero aver il peso di confrontarsi, ma credo che sia utile fare un po’ di chiarezza rispetto ad alcune posizioni politiche e sociali che sembrano essere predominanti nella comunità lgbt italiana, quasi vi fosse un’unanimità di programmi culturali condivisi, mentre questa rappresentazione è solamente una pigra trasposizione dei media di tradizioni politiche del nord Europa e di oltre oceano. Su quattro questioni, per chi è interessat* voglio dire la mia, per evidenziare convinzioni che altrimenti continuano a esser consegnate a discorsi informali e ambigui. (altro…)

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